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con che alle cose dell’Ungheria si attese allora, ebbe gran parte la persuasione dell’imperatore e de’ suoi ministri, che l’aver chiesto i turchi di trattar della pace non fosse punto un’astuzia loro, ma un gran desiderio, o una necessità che avessero di cessar la guerra. La cosa giunse al punto, che si riformò l’artiglieria, e si vendetter cavalli addetti alla medesima e ai carri delle munizioni, e pressoché vuoti lasciaronsi i magazzini; né altre provvigioni se non le ordinarie si erano prese per gli alloggiamenti delle truppe e per le guardie de’ confini. Ma non partecipava Montecuccoli delle rosee speranze de’ ministri; convocava in Presburgo i capi degli ungheri, e colà, benché ostili a sé li trovasse, e perciò con poca speranza di buon esito, li ammoniva di trovarsi pronti al bisogno, “volendo ogni ragione” come al senato veneto scriveva il Federici “che non si viva trascuratamente col vicino armato, benché sia certa la pace”. Ed alla pace ostinavasi in Vienna a voler far credere il Porcia, che all’inviato imperiale a Costantinopoli, il quale lo informava dei grandi apparecchi militari dei turchi, ebbe a rispondere: non si lasciasse ingannare dalle astuzie dei turchi; quasi che l’ingannato non fosse egli stesso. Al principe Mattia de’ Medici scriveva il 21 di aprile Montecuccoli da Vienna, ove allora si trovava: “Li trattati col turco versano tuttavia nell’incertezza, poiché sin’ora non ci è conclusione alcuna. Certo è però ch’egli non rallenta punto i preparamenti alla guerra, onde ci è occasione di starsi molto avvertito”. Ed in fatti, in luogo della pace preparava il gran visir un formidabile esercito, al quale non poteva il Montecuccoli, secondo il ragguaglio che ne diede egli stesso, opporre più che 4095 soldati a cavallo, 181 dragoni e 1259 fanti disponibili pel combattimento, essendo sparsi gli altri nei diversi presidii: né più di 12 piccoli cannoni aveva seco. Non variò, secondo egli nota, il numero degli uomini durante la campagna di quell’anno, perché i rinforzi ricevuti non fecero che supplire alle perdite incontrate, e perché, potrebbe aggiungersi, una parte di quella gente o non era atta a combattere, o disertò dal campo. Il Priorato fa ascendere l’intero esercito imperiale, comprese le guarnigioni de’ luoghi forti,