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per andare in Spagna a prender parte sotto don Giovanni d’Austria alla guerra ispano-portoghese. Dopo la partenza di quelle genti, il corpo degli imperiali era rimasto da quelle parti così assottigliato, che nella dieta la quale nel successivo anno (1663) si radunò il 13 di gennaio a Ratisbona, senza por tempo in mezzo venne deliberato di far leve, mentre all’imperatore si consigliava di meglio munire le sue piazze, e di afforzarsi con alleanze o leghe, unendosi specialmente ai veneti.
Da una lettera del Federici potrebbe rilevarsi, che dalla Transilvania ritirasse allora Montecuccoli le scarse sue truppe. In essa, che è dell’8 di luglio del 1663, si legge che nel precedente anno “un ordine del Porcia lo fece tornare indietro così all’improvviso, che ognuno ne fu sorpreso” (Carteggio del Federici, nell’appendice all’Archivio storico italiano del 1847). Potrebbe sospettarsi nondimeno che per l’anno passato s’avesse ad intendere il 1661, quando, come narrammo, fu biasimato a Vienna il ritirarsi del Montecuccoli dalla Transilvania. E questa supposizione io stimo abbia fondamento nel vero, come più addietro avvisai. Il 16 di luglio del 1662, come nel precedente capitolo per noi fu detto, cessava di vivere il duca di Modena Alfonso IV, col quale era stato Raimondo in qualche relazione, che però, per le ragioni politiche che accennammo, non fu veramente molto intima. Laura moglie di lui, che pel figlio Francesco assunse il governo dello stato, ebbe cura, per mezzo degli agenti suoi in Germania, di tenersi informata delle imprese militari di Raimondo. Compartì favori ai parenti di lui, e spedì tosto governatore della Garfagnana il marchese G. Battista per noi più volte nominato, che nel 1665 passò poi al governo di Carpi; e da lei, se non dal defunto marito, fu mandato al comando di Brescello il conte Andrea, compagno d’arme, come dicemmo, del duca Francesco I. Né va taciuto che molto si adoperò essa a comporre i fieri odii divampati tra i Montecuccoli e i Rangoni, quando nell’ottobre del 1663 dal marchese Guido Rangoni fu fatto uccidere nelle berlete (ossia, boscaglie) di Spilamberto il marchese Sebastiano Montecuccoli. A cotesti