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vestendo talvolta gli aggressori, per non essere scoperti, abiti turcheschi; ma ben sapeva il Montecuccoli, che lo dichiarò negli Aforismi, essere quelle insidie preparate da magnati ungheresi. E la dieta stessa si fece a chiedere il richiamo delle truppe all’imperatore; il quale nel marzo di quell’anno (1662) consentì infatti che passassero nell’Ungheria inferiore, ponendo Montecuccoli il quartiere a Rimusambock. Il tempo opportuno al guerreggiare fu speso quest’anno a vigilare i turchi che miravano ad impadronirsi di Clausemburg; il che non venne lor fatto, mercé il valore del suo comandante David Redani veneto, che n’ebbe in premio il grado di colonnello, ma per breve tempo, imperocché, come narra il Freschot, le durate fatiche lo trassero in breve al sepolcro. Coadiuvò Raimondo la difesa, ed introdusse soccorsi nella piazza. Altro impedimento alle operazioni di guerra apportarono trattati di pace che i turchi, ai quali occorreva tempo per nuovi apprestamenti guerreschi, vennero facendo, e che l’imperatore, temendo qualche sedizione degli ungheri, accettava di discutere. Neppure mi farò a dire qui delle marce e contromarce degl’imperiali, delle quali tien parola il Priorato, bastandomi l’accennare che, se in quest’anno mancò l’ardimento ai turchi per chiamare a battaglia il Montecuccoli, a lui per sfidarli fecero difetto le forze; imperocché di poche poteva disporre, e queste gli erano ancora state diminuite allora che il Porcia, illuso dalle vane lusinghe che dicemmo di vicina pace, e ligio troppo alla Spagna, in soccorso di questa distrasse dallo scarso esercito d’Ungheria oltre 4000 uomini “de’ più combattenti, vecchi ed agguerriti”, dicono gli Aforismi. Gli allontanati furono i reggimenti di fanti Schoneich e Porcia, e quelli di cavalli Fabri e Carafa , come riferì negli Aforismi esso Montecuccoli, che li annunziò partiti per l’Italia, di là forse essendo passati