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che allora passarono in Transilvania, dove per la malvagità dell’aria e delle acque, e più forse per le fatiche durate, moltissimi s’infermarono, tra gli altri il principe Leopoldo di Baden che era a capo dell’artiglieria, e buon numero di ufficiali inferiori. Né scarsa messe colse allora la morte, essendo tra i colpiti da essa anche lo Starhemberg, generale di battaglia, e il commissario generale. E la fame altresì ebbe le sue vittime, e tormentò i più robusti ancora, quantunque lungo la via che l’esercito percorreva, fossero in copia già mature le messi; ma indugiare non si poteva a raccoglierle, né mulini vi erano per macinarle, né forni, né magazzini, né carri sui quali trasportarle. Orribil cosa invero la fame, tanto più in un paese che a quel tempo, come si ha dal Bizozero, era provveduto d’ogni ben di Dio, con bestiami di gran lunga esuberanti al bisogno, e con miniere che lo provvedevano di danaro. In così difficili condizioni, minor danno fu reputato il far camminare separati i due diversi corpi in che l’esercito si spartiva. Entrerebbe Kemeni in Transilvania, e Montecuccoli per la via di Zilach nell’Ungheria superiore condurrebbe i suoi, anche perché, siccome lasciò scritto, più diffuso riescisse il grido delle armi imperiali. I documenti che abbiamo, ci mostrano non guari dopo il Montecuccoli presso Clausemburg, accorsovi quando pareva si apprestasse il turco ad accettar battaglia da quelle parti. E già ogni cosa il general cesareo aveva disposta all’uopo; se non che s’intese poscia che anche da quella città s’erano i turchi ritirati: ond’è che gli fosse fatta facoltà di presidiarla, senza aver duopo di combattere, checché ne scriva lo storico ungherese Gebhardi, il quale narra di cinquecento uomini colà uccisigli in battaglia dai turchi. Neppure in Clausemburg, contra ciò che aveva asserito il Kemeni, si trovò pane che bastasse ad un sol giorno; la qual cosa prostrò l’animo de’ soldati, tanto più che si vedevano avversi i cittadini, i quali dichiaravano non punto aver mestieri di loro, mutabile oltre ogni credere essendo quella nazione, come Raimondo la disse. Nelle campagne poi i contadini uccidevano ogni soldato in che s’avvenissero: carneficine continuate anche allora che presero le truppe i quartieri d’inverno. Dovette