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argomenti ricorrere che valgano all’espugnazione delle fortezze; e poi d’un tratto venirgli a mancare quelle forze, sulle quali aveva fatto disegno: e se di ciò si avvegga il nemico, di quant’arte non avrà egli mestieri per trarsi dai mali passi ai quali il desiderio di gloria, o il compimento di un dovere lo aveva tratto? Al Montecuccoli invece fu l’annunzio della pace che da nuovi pericoli lo liberò, benché non sia da tacere che, confidando gli venisse porto modo di rinvigorire le forze del suo esercito, fosse allora in isperanza di conquistare tutta la Pomerania: il che dette egli per sicuro, parlando di quella guerra nel libro I degli Aforismi. Quella del Montecuccoli in tutta questa guerra, il Nani la diceva una condizione molto arrischiata, pur lodandone e il molto sapere e le belle qualità dell’animo: e ciò specialmente appariva per aver avuto a combattere contro Carlo Gustavo, che era gran politico, e soldato come la spada ch’ei portava, per valermi della strana, ma efficace comparazione da esso adoperata. Onorevolissima poi pel Montecuccoli quella guerra nella quale, come disse il Paradisi elogista suo, salvò, egli privato, la corona a due monarchi, e a due reami la libertà. Il 9 di luglio di quell’anno 1660 dava conto il Pierelli al duca di Modena di una scrittura mandata già da Raimondo all’imperatore, mentre si discutevano gli articoli della pace, che solo nel settembre venne ratificata. In questa scrittura, che si stendeva per 35 fogli, con argomenti politici veniva egli esortando l’imperatore a cogliere l’opportunità che gli si offeriva per migliorare le condizioni dell’impero, ottenendo che Wratislaw fosse riunita alla Slesia, e rendendo ereditario nella sua casa il regno d’Ungheria. Soggiungeva infine che l’imperatore altre imprese avrebbe potuto tentare allorché la pace rendesse disponibili tutte le forze dello stato suo. E forse fu per essere consultato circa i progetti da lui proposti, che venne egli, all’aprirsi del giugno, chiamato a Gratz, dove a quel tempo era la corte. E là senz’altro si discusse ancora il disegno della guerra che si meditava fare ai turchi. Ma intanto molte truppe si licenziarono, e molti ufficiali si riformavano dimezzando loro il soldo, com’esso Montecuccoli scriveva. Ritornato il generale