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espugnammo è cosa notoria”. E aggiunger poteva, che la necessità di tener disseminate in più luoghi le sue genti, e il non aver agio perciò di disporre di un forte nucleo di soldati, cresceva gloria a quelle imprese di guerra. Tuttavia, secondo che scrive il Pierelli, nell’ottobre un buon rinforzo di seimila uomini gli condusse Roberto, conte palatino. Dal diplomatico medesimo impariamo, che il 29 di novembre avea presi Raimondo i quartieri d’inverno a Port nel Meklemburg, dopo che gli si fu reso il castello di Wehermünde, restando prigionieri un tenente colonnello e i 400 uomini della guarnigione. Ma anche negli alloggiamenti andarono a molestarlo gli svedesi, ed egli 900 de’ lor soldati batté, rimanendo morti sul campo i principali lor capi, come all’imperatore lo stesso Montecuccoli ebbe ad annunziare.
Non termineremo il racconto delle cose in quest’anno 1659 accadute al generale, senza far cenno di ciò che in una sua giustificazione scritta in Praga nel 1680 da lui viene narrato, circa un’offerta di 30.000 fiorini fattagli dall’elettore di Brandeburgo sulle rendite della parte della Pomerania a lui soggetta, in ricompensa delle imprese sue e dei consigli portigli, che di tanto sussidio gli erano tornati, com’ei diceva, per ben condurre la guerra. Per due volte chiese Raimondo all’imperatore facoltà di accettare quel donativo, tanto onorevole per lui; ma o che le sue lettere andassero smarrite, come altra volta dicemmo essere avvenuto, o qual’altra ne fosse la cagione, non ricevette egli risposta alcuna: e per delicatezza d’animo volendo il silenzio imperiale interpretare per un rifiuto, ricusò il donativo. E qui torna in acconcio l’osservare che, se a codesta dimostrazione di riconoscenza del grande elettore avesse posto mente il re Federico il Grande, di un ingrato silenzio non avrebbe nelle sue Memorie rimeritato, siccome avemmo a lamentare, i servigi in questa guerra resi al suo predecessore dal nostro italiano. Di delicatezza non minore di quella ora accennata faceva prova al tempo medesimo il Montecuccoli, allorquando Amburgo, Lubecca ed altre città prossime al campo della guerra gli offersero tre o quattrocentomila fiorini, come avevano fatto cogli svedesi, coi danesi e co’ bran-