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vedersi di viveri, e fu detto per ragion politica (nella quale potrebbe vedersi un’opposizione degli olandesi), non fu potuta prendere . Tentò a quel tempo il Souches, che presso l’imperatore aveva persone che lo favorivano, di ottener colà un comando indipendente; ma la risposta ch’ei ne ebbe, gliene tolse ogni speranza. Riferiva per altro non guari dopo il Pierelli, correr voce potesse venir destinato il Montecuccoli all’assedio di Wismar, dove avevano gli svedesi con quindici navi introdotto molti soldati veterani (e questo si verificò infatti più tardi), con che più libero nelle operazioni sue sarebbe rimasto il Souches. Ma, come in altra sua lettera si legge, la mancanza di fanterie e le intemperie precorritrici del verno, aspro in quelle regioni, distolsero Raimondo dal porsi ad assediare Wismar, e si fermò in vicinanza di Stettino, con vivissimo dispetto del bilioso Souches, il quale si lasciò sfuggire parole irriverenti verso di lui, e ricusò di assumere il comando delle truppe ch’erano nell’Holstein, dov’egli mandar lo voleva. Questo procedere di lui dispiacque oltremodo all’imperatore, che prese nondimeno il partito di dissimulare pel momento, affinché non rimanessero intralciate le operazioni militari, ma fece proposito di dare a suo tempo soddisfazione al Montecuccoli per l’offesa ricevuta, il che non so poi se avesse effetto; e noi vedremo durata l’emulazione del Souches verso Montecuccoli sin che gli bastò la vita. Stettino, del rimanente, dicemmo già che non fu preso, essendovi anzi entrato dentro con buon nerbo di truppe il Wrangel; onde gli alleati furono costretti a levarsi da quell’assedio il 19 di novembre di quell’anno 1659, dopo che invano fu tentato l’assalto della piazza, come sembra apparire da un passo degli Aforismi che dice: “non potute prendere Stettino nel 1659 e Kanissa nel 64 tentate ambedue colla forza”. Delle quali due fortezze affermava che, per esser grandi, con molto popolo e molta guar-