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le quali mentre favorivano la Danimarca, a lui non consentivano di cooperare ad un soverchio abbassamento della Svezia, o di secondare l’imperatore se mirasse al conquisto di Brema e della Pomerania, con che non lieve danno sarebbe derivato ai commerci degli olandesi da quelle parti. Da ciò i lamenti che, secondo ebbe a scrivere il diplomatico Vicenzi, mosse Raimondo per l’inazione del Ruyter, il quale agli svedesi non impediva di predar le navi degli imperiali ne’ porti; ed egli medesimo negli Aforismi lasciava ricordo di questa freddezza mostrata verso gli alemanni dall’ammiraglio e dagli olandesi, che disse mal fidi, e pel loro proprio interesse desiderosi di mandare a mal termine l’impresa degl’imperiali. E andò più oltre lo storico Puffendorf, asserendo che i cannoni di Ruyter alcuna volta erano caricati a sola polvere. Cotale condotta degli olandesi non sarà per altro giunta impreveduta a Vienna, come congetturar si può da quanto il 9 di agosto di quell’anno scriveva di là Giambattista Montecuccoli circa il sospetto in che si viveva, non fossero per mancare in qualche duro frangente alla fede data: il che dieci giorni appresso scriveva egli essersi infatti avverato. D’altra parte il veneto Nani asseriva, che mal si soffriva a Vienna questa momentanea alleanza cogli olandesi, e l’aver dovuto trattar con loro per affari di commercio, essendosi anche a tale effetto mandato in Olanda un agente diplomatico: ma tornava necessario l’averli alleati per riguardo alla potenza loro sul mare, imperocché il campo della guerra in quelle parti, a cagione delle molte isole, il Carlson lo paragonava ad un giuoco di scacchi, del quale le navi regolavano le mosse; né sempre passar potevano sul mare agghiacciato fanti e cavalli, come riescì una volta al re Carlo Gustavo allorché assalì Copenhagen. Intanto l’elettore e Montecuccoli, siccome si erano proposto, erano entrati in Pomerania. Dalla corrispondenza del Pierelli ci vien riferito, che in mala parte prendesse il general Souches l’ingresso in quella provincia del Montecuccoli, al quale sapeva di dover ubbidire: ed anche temeva gli rapisse la gloria di prendere Stettino, che stava egli assediando; la qual città del rimanente, perché le si lasciaron liberi due accessi per prov-