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nelle cose di guerra il non ostinarsi a voler cozzare di fronte con difficoltà che in altra guisa più agevolmente possono venir superate, e il trovare d’un tratto i progetti da sostituire a quelli che da prima si erano divisati .
Un sufficiente numero di soldati si lasciò nell’Holstein, ed erano quattro reggimenti imperiali ed altrettanti brandeburghesi, con ottomila polacchi (14.000 uomini in tutti, secondo il Priorato). Nel Iutland rimase la moglie di Raimondo, la quale, il giorno stesso in cui s’impadroniva egli di Friderichöde, partoriva colà una seconda figlia, che nomossi Carlotta, e che dal re di Danimarca fu tenuta al sacro fonte. L’elettore di Brandeburgo e il Montecuccoli presero via colla maggior parte dell’esercito per la Pomerania, passando pel Meklemburg. In Pomerania li aveva preceduto il general Souches che stava allora assediando Stettino, capitale di quella provincia, la quale nella sua parte maggiore era stata alla pace di Vestfalia ceduta alla Svezia. In quella provincia accorse allora, siccome erasi preveduto, il Wrangel che aveva lasciato nella Fionia appena 3000 cavalli e 1800 fanti comandati dal palatino di Sulzbach. Agevol cosa riescì pertanto al Ruyter, ammiraglio olandese, dopo tratto il nemico in inganno accennando ora ad un luogo ed ora ad un altro, di sbarcare il 31 di ottobre a Kiaterminde nella Fionia le truppe che aveva condotte da Kiel, mentre quelle che erano nell’Holstein, sotto gli ordini del generale Hebenstein, passavano il piccolo Belt, i fanti in battelli, la cavalleria polacca a nuoto, prendendo terra a Middelfart. Ai primi fu la cavalleria svedese che ricusò di far resistenza, ai secondi lo stesso Sulzbach, che n’ebbe rimproveri da Carlo Gustavo. In Odensee si riunirono pertanto gli alleati in numero di 9000 uomini tra imperiali, brandeburghesi, polacchi e da-