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padronirsi della medesima dopo una battaglia vinta sui danesi, veniva reputata, dice il Carlson, una delle sue più belle imprese di guerra. Ecco ora la lettera colla quale annunziò Raimondo al principe De’ Medici quel fausto avvenimento:
Ser.mo Principe, mio signor Pr.one Col.mo
Serva d’avviso a V. A. Ser.ma che alli 24 giunsero qua gl’esserciti e si camporono. Alli 25 presero posto sotto il forte et apersero trinciera, facendo però l’inimico gagliarda diffesa, sì dal forte come dalle navi e dall’altro lito del mare, dove egli avea molte batterie in pronto e facea vedere la sua cavalleria e fanteria in battaglia et udire il suono de’ timballi, delle trombe e de’ tamburi. Alli 26 si avvanzarono e perfezionarono i travagli, e mentre che verso la mezza notte si travagliava alla batteria, l’inimico al favore delle sue barche tacitamente se n’andò, e lasciando artiglieria, munizione e ciò che vi era, messe fuoco nel forte e passò all’altro lito del mare in furia.
Con l’occasione di tal ragguaglio riconfermo a V. A. Ser.ma la mia umilissima divozione et le faccio riverenza.
Dal Campo Imperiale a Fridricsöde, li 28 maggio 1659.
Di V. A. S.ma Umiliss.mo divotiss.mo servitore Montecuccoli
Pochi giorni appresso quel glorioso acquisto, c’informa il Pierelli che Raimondo fu eletto dall’imperatore consiglier di stato.
Da Friderichöde, al di là di un braccio di mare, potevasi scorgere la Fionia, e colà divisò Raimondo di condurre le sue genti. Gualdo Priorato inserì nella sua Storia di Leopoldo Cesare un documento officiale intitolato: “Esposizione dell’attacco di Fionia fatto il 1° agosto 1659 per ordine del generale conte Montecuccoli”. Si contengono in essa le disposizioni da lui date per quell’impresa, che compier dovevasi da mille fanti e quattrocento cavalli dell’esercito imperiale, da altrettanti fanti e da duecento cavalli che così i danesi come i brandeburghesi avrebbero fornito: tutti sotto gli ordini di un generale di bri-