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italiana coi francesi per togliere il milanese alla Spagna, si legge: “Il duca di Modena ha fatto conoscere il suo gran giuditio in molte parti d’Europa dov’è stato, e niun principe l’ha veduto che non l’abbia ammirato. S’è guadagnato l’affetto di quanti l’hanno praticato. Governa il suo stato con prudenza e amorevolezza”. Ma circa quest’ultimo particolare saranno da fare alquante riserve, essendoché le continue guerre alle quali prese egli parte, stremassero, e già l’avvisammo, le sostanze de’ sudditi suoi, in quella provincia specialmente dove avevano i Montecuccoli i feudi loro, astretta di continuo a dar uomini e denari. Accenneremo ancora ad un passo della relazione del Nani, nel quale è detto che, non ostante del malvolere verso cotesto duca della corte e dei ministri di Vienna, che con parole ingiuriose si manifestava, non gli mancarono né il favore, né l’assistenza di più elettori alla dieta di Francfort.
Delle relazioni di Raimondo col duca Francesco I in questi ultimi anni, nei quali militavano essi in servigio di potentati in guerra tra loro, poco potemmo sapere; ma forse più rare, e senza dubbio più fredde, saranno state che per l’addietro. Ciò tuttavia non avrà impedito a Raimondo di sentir con dolore mancato alla vita il principe suo, statogli lungamente benevolo, e che in speciale predilezione ebbe la famiglia Montecuccoli, dei membri della quale in più occasioni si valse, come più addietro ci venne veduto. Fra quelli che alle sue guerre, o a talune di esse, l’accompagnarono, noterò Andrea Montecuccoli della linea feudale di Renno, Girolamo di Luigi, appartenente alla casa militare del principe Alfonso, e Giambattista, che tutti tre alcune memorie lasciaronci sulle fazioni alle quali intervennero; anzi l’ultimo di essi tenne anche un diario di quanto accadeva durante l’assedio di Pavia, e lo mandava al principe Alfonso. Militò per lui anche il giovane Raimondo della linea di Polinago, che dicemmo venuto di Germania a prender parte alla guerra contro le genti del papa, e che in quest’anno appunto veniva a morte in Brescello, ov’era colle truppe che a difender quella terra dagli spagnoli vi aveva posto il duca Francesco: così troviamo annunziato nel carteggio da noi citato del