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Danimarca. Fermossi pertanto a Volstein in Polonia, ed essendo a quel tempo stato assunto l’elettore al comando generale della lega, non ricusò egli di porsi agli ordini di lui in Custrin nel Brandeburg, ove l’esercito intero de’ collegati si radunò . Trovavasi questo annoverare 8000 imperiali, altrettanti soldati dell’elettore e 3000 polacchi, mentre altro corpo dicemmo lasciato al re Casimiro, col quale poté finalmente avere in poter suo il 30 di decembre l’ambita Turonia. Io non so se dai rigori della stagione e dalla necessità di dar riposo alle truppe, o da altri cagione derivasse l’essere rimaste inattive quelle degli alleati, mentre gli svedesi s’impadronivano di pressoché tutta la Danimarca, avendo il durissimo inverno fatto facoltà a loro di assalire le isole, procedendo sul mare ghiacciato: né senza cession di provincie ottenne pace il re danese. Guari non durò poi questa, perché, surte nuove cagioni di contese, quel re si trovò assediato nella stessa sua capitale. Fu allora che, o fosse la pietà che i casi suoi destavano, o perché agli stati vicini riuscivano pericolose le fortune di Carlo Gustavo, che mirava a comporsi uno stato troppo potente e minaccioso all’altrui sicurezza; ai danni di lui si venne formando una lega, che alle ambiziose sue mire oppose valida resistenza. L’Olanda, vigile sempre alla difesa de’ proprii commerci, inviò nel Baltico il celebre ammiraglio Ruyter, che sconfisse sotto gli occhi di Gustavo la sua armata navale nello stretto del Sund, sei navi affondando e le altre cacciando in fuga, e viveri e truppe e munizioni introdusse nell’assediata Copenhagen. Allora l’elettore e il Montecuccoli valicarono sopra un ponte di barche il fiume Oder, passarono pel Meklemburg ed entrarono nell’Holstein, alcune squadre di cavalieri nemici sconfiggendo lungo il cammino. Il Montecuccoli, poiché fu entrato nell’Holstein, per assicurarsi della fede di quel duca consegnar si fece il castello di