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il Napione scrisse che una traduzione in italiano delle Filippiche di Cicerone ebbe egli a vedere a stampa, opera questa del medesimo imperatore .
Stampò quell’accademia l’anno medesimo un libro di poesie italiane intitolato: Diporti dell’accademico Crescente, venuto in luce in Brusselles dopo la partenza da quella città di Raimondo, che forse ne preparò l’impressione . Alcune di queste sono dell’arciduca, che al modo degli accademici italiani assunse il nome bizzarro che ora accennavamo, di Crescente: altre sono di Raimondo che aveva preso il nome accademico di Distillato. Fra le poesie dell’arciduca è un sonetto acrostico indirizzato “Ad un guerriero insigne nelle armi e nelle lettere”, che è poi indicato nelle iniziali di ciascun verso, le quali riunite dicono: Al conte Raimond; onore che pochi certo ebbero in sorte, di essere lodati in versi da personaggio collocato così presso al trono. E a sua volta scrisse Raimondo un sonetto in lode di quell’arciduca, che fu stampato tra le Rime oneste raccolte dal Mazzoleni, e che riproduciamo nell’appendice . Quest’accademia che si occupava di letteratura italiana, e che precedé d’un anno la più celebre fiorentina del Cimento, per la morte dell’arciduca e dell’imperator Ferdinando che nelle sue stanze ogni domenica la radunava, non che per le successive guerre, venne poi meno; ma l’imperatrice Eleonora Gonzaga la ripristinò. Partiva finalmente Raimondo per la Polonia, ove non si peritò di accompagnarlo la novella sposa che colà gli partorì l’anno seguente una figlia; alla quale dalla regina Maria Luigia, che insieme con suo marito Casimiro la tenne al sacro fonte, fu imposto il nome di Luigia. A Raimondo, allorché era