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assicurarsi la conquista del regno di Polonia, Gustavo indusse l’elettore di Brandeburgo a stringersi con lui in alleanza, offerendogli la metà degli acquisti che si facessero. Unitesi pertanto le truppe del Brandeburg a quelle di Svezia, diedero insieme una battaglia, che incominciata il 18 di luglio 1656 durò tre giorni, e riescivano ad impadronirsi di Varsavia. Codeste imprese che agli stati vicini i fatti terribili ricordavano della guerra de’ trent’anni, e che sembravano preludere alla formazione di uno o di due vasti regni del nord, li posero tutti in sospetto; ond’è che si dessero ad armar gente e a preparar diversioni a favore della Polonia. E bastò intanto a risollevare le fortune di Casimiro l’invasione di Alessio, czar di Moscovia, in quelle terre finniche ove Pietro il grande suo figlio doveva poi fondar Pietroburgo. Né valse a pro di Gustavo l’ingresso nella Polonia di Rakoczy, principe di Transilvania, con 60.000 uomini, ovvero con 40.000, come nella sua opera: Il direttore delle ambasciate, scrisse il garfagnino Perellio, diplomatico che fu segretario del Montecuccoli; imperocché, costretto il re di Svezia ad accorrere alla difesa delle sue provincie, anche il Rakoczy retrocesse, essendogli poi stata tagliata a pezzi gran parte della sua soldatesca dai tartari, nuovi alleati dei polacchi.

Stava intanto papa Alessandro VII incitando l’imperatore ad entrare in guerra cogli svedesi, quegli aiuti impromettendogli che poi all’uopo non diede; della qual cosa ebbe poscia l’imperatore a fare dimostrazione di sdegno. Allettato però da prima dalla speranza di ottenerli, trattò esso con Casimiro, e approfittando delle circostanze in che si trovava quel re, prometter si fece la successione nel regno pel proprio figlio Carlo (che poi in breve morì); il che invero far non poteva Casimiro, imperocché, per sventura di quel paese, l’elezione dei re, era in balia de’ magnati. E ancora conceder si fece che quella parte del regno che dicevasi la gran Polonia, verrebbe, alla morte di lui, aggiunta a’ dominii della casa d’Austria: altra violazione codesta della costituzione della Polonia. Il Carlson storico svedese dice però, questi trattati esser corsi tra l’imperatore e alquanti nobili polacchi; e lo stesso avea scritto sin dal suo tempo il