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Non vi avrà egli trovato il duca Francesco, andato allora a Parigi a render conto dell’esito non molto fortunato della passata campagna. Di là ritornò esso a Modena solamente il 20 di febbraio di quell’anno (1656) con grado di generalissimo delle armi francesi in Italia, che invero sotto il governo di lui incominciarono presto a veder mutata in meglio la loro fortuna. Si sarà pertanto contentato il Montecuccoli di ossequiare il cardinale che reggeva allora le cose del ducato, e di rivedere alla sfuggita i parenti, e prender forse contezza de’ suoi feudi, i quali per le continue guerre erano senza più ridotti in mala condizione. Non ho speciali ragguagli circa le terre che, come dicemmo, aveva ereditato dal cugino Girolamo; ma quant’è a Montecuccolo, più volte si trova menzione degli aggravii che sostener dovette. E dicevamo poc’anzi, come i pochi uomini rimasti a casa delle milizie di quel feudo, li volesse il duca a guardia di qualche piazza con poca satisfazion loro e del feudatario; il quale, stretto da tanti vincoli alla casa d’Austria, di mal animo tollerar doveva che gente sua fosse adoperata contro i parenti e gli alleati dell’imperatore. E qui, poiché siamo su questo argomento de’ feudi, ci piace terminare questo capitolo riportando la nota di quelli posseduti a quel tempo (nel 1655) dalla famiglia Montecuccoli nelle montagne modenesi, che ricaviamo da una carta dell’archivio estense:

Generale Raimondo: Montecuccolo, Sassorosso, Burgone;
Figli del marchese Francesco:
Marchese Giovan Battista: Guiglia, Ciano, Montalbano, Monterastello;
Marchese Sebastiano: Montetortore, Montalbano (insieme con Giovan Battista);
Conte Giustiniano: Ranocchio, San Martino;
Conte Alfonso: Montecenere, Olina, Camatta;
Conte Andrea: Montespecchio;
Conti Ferrante-Francesco ed Ernesto: Montese, Monteforte, Salto Riva;
Marchese Massimiliano: Polinago, Susano, Pigneto, Prignano e Vaglio.
Così la carta che trascriviamo, dove non troviamo poi ricordati gli altri figli del marchese Francesco, Felice cioè e