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mondo all’imperatore una lettera di Cristina, scritta, com’ella diceva, ad istanza di lui, e della quale ebbi conoscenza per gentilezza del già encomiato diplomatico signore di Burenstam che la vide negli archivii di Vienna tra le carte di Svezia (Svecica). Sarà poi a credere che la regina, la quale era generosissima, non l’avrà lasciato partire senza qualche preziosa testimonianza del gradimento suo pei servigi che reso le aveva; benché un qualche senso di amarezza provar dovesse nell’animo al pensiero che un cavaliere a lei tanto ossequente, non per altro veniva forse richiamato dall’imperatore, se non per mandarlo a combattere contro il cugino suo, e gli antichi suoi sudditi.
Nel diario del Verzoni, per noi citato, sotto la data che corrisponde al 10 di gennaio 1656, si legge: “Ricordo come in questo giorno è arrivato a Firenze il signor conte Montecuccoli che veniva da Roma e per le poste se ne andava in Germania, chiamato dall’Imperatore, del quale è generale d’artiglieria”. Ma ciò contrasta col seguente brano di lettera del Montecuccoli al principe Mattia, scritta da Roma il 7 di gennaio di quell’anno: “Io aveva sperato di passare a Firenze per aver l’onore d’inchinarmi a V. A. Ser.a e ricevere li suoi benignissimi comandamenti per Germania, ma le lettere ch’io ricevei ieri sera di Vienna mi sollecitano con ogni premura ad accellerare il mio ritorno, onde mi conviene pigliar la strada diritta per Venezia e per Carinthia”; e seguita dicendo fissata la sua partenza per il giorno dopo, essendosi già licenziato dal papa e dalla regina, che lasciava contentissima del soggiorno di Roma, ove trovava ogni soddisfazione immaginabile. Converrà dunque pensare che o fosse il cronista tratto in errore, ovvero che durante il viaggio mutasse avviso il Montecuccoli. La lettera che citammo del Muzzarelli, essendo posteriore di un giorno a quella con la quale si scusava Raimondo col principe toscano per non poter passar da Firenze, sembra non lasciar dubbio che partisse egli da Roma durando nel proposito di soffermasi in Modena. Del soggiorno di lui nella qual città, che sarà stato di breve durata, e che fu l’ultimo ch’ei vi fece, io non son riuscito ad avere notizia di sorta.