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ne’ luoghi ne’ quali ebbe a sostare, veniva sempre ossequiata dagli speciali ambasciatori de’ principi italiani . Splendide furono poi le onoranze che al suo ingresso nel ferrarese apprestar le fece il papa; sul confine ella venne incontrata da nunzi pontificii, dal legato di Ferrara che accolse nella sua carrozza, e dalle truppe. Delle feste che si fecero in Ferrara ne’ due giorni che vi dimorò, fanno menzione gli storici di quella città, donde indirizzava Raimondo il 23 di novembre una lettera all’imperatore; della quale ebbi copia per favore del già nominato diplomatico svedese di Burenstam che la trasse dagli archivii viennesi, e che col permesso di lui inserirò nell’appendice di quest’opera . In quella davagli avviso che il dì medesimo partiva per le poste, mandato dalla regina a recare al papa gli atti autentici della sua professione della fede cattolica : e il primo di decembre annunziava il Muzzarelli, da noi già ricordato, che egli era giunto in Roma, e che smontato all’osteria (diremmo locanda), ne era stato levato dall’ambasciatore di Spagna (il duca di Terranuova) in persona, il quale lo volle ospite nel suo palazzo. Il giorno medesimo ebbe egli, come scrisse al principe Mattia, una lunghissima e benignissima udienza dal papa, che mostrò fare grande stima della regina, e impaziente dicevasi di averla in Roma, prendendosi poi molta cura acciò da tutti venisse ben accolta. Il papa gli parlò ancora di ciò che intendeva fare per metter