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correnti a festeggiarla, largo spenditore essendo quel papa, ne verrebbero accresciute le sue sofferenze. Ma questo dubbio vien rimosso dal Pallavicini, avvertendo che i 100.000 scudi destinati a que’ festeggiamenti, e il molto che per essi misero fuori cardinali a nobili, nonché il gran concorso de’ forestieri, tornarono in beneficio de’ meno abbienti. Partì Montecuccoli da Brusselles il 3 di luglio, e visitato il campo degli spagnoli a Cateau-Cambrésis comandato dall’antico suo generale l’arciduca Leopoldo, continuò sua via per l’Italia. Dal Diario mediceo del Verzoni, che si trova manoscritto nella biblioteca nazionale di Firenze, sotto il 26 di luglio del 1655 si legge: “Ricordo come questo giorno è arrivato in Firenze il signor conte Montecuccoli generale dell’artiglieria dell’imperatore, quale va a Roma per complire col Papa a nome della regina di Svezia. Fu levato e condotto a palazzo di S. A. e quindi spesato”. Qual via tenesse Raimondo per giungere a Firenze, non è chi lo dica, ma può congetturarsi che avrà evitato il territorio de’ belligeranti, passando per quello di Venezia e di Bologna. Nessun altro ricordo mi avvenne di ritrovare circa il soggiorno del generale in Roma (che fu brevissimo, avendosi una lettera sua da Vienna del 14 di agosto), se non questo: che a lui offerì il cardinal d’Este il proprio palazzo, ma che non poté egli accettare, e forse per ragion politica, essendo quel cardinale tutta cosa di Francia e nimicissimo degli spagnoli. Tornato Raimondo in Germania, non guari andò che presso la stessa regina un onorevole incarico gli affidasse l’imperatore, quello cioè di accompagnarla come rappresentante suo nel viaggio che, traversando la Germania, intraprendeva alla volta di Roma, dove, come dicevamo, l’aveva essa pregato di andare con lei. E fu atto notabile di ossequio verso Cristina, l’avere l’imperatore dato quell’incarico a Montecuccoli allora appunto che mettendo gli svedesi a repentaglio l’indipendenza della Polonia, stava esso rinnovando l’esercito per non esser colto alla