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l’andamento di quella guerra; e in una delle sue lettere si legge: “Veggo che la buona fortuna la quale è figlia della prudenza e del valore, e che si dà in premio di chi vigila, non può non accompagnare tutte le eroiche azioni di V. A., e me ne rallegro devotissimamente”. Veniva altresì incaricato Raimondo di dar parte all’imperatore dell’alleanza del duca con la Francia, resagli necessaria dalla prepotenza degli spagnoli, alleanza che non gli faceva del rimanente dimenticare l’ossequio ch’ei doveva alla corte cesarea, secondo si esprimeva. Ma nella risposta sua, del 6 di maggio, consigliò il Montecuccoli di non far parola all’imperatore della lega con la Francia, “perché non essendosi parlato a tempo debito né dell’armamento dello stato ducale, né della prima invasione, non potrà che fare cattiva impressione l’innoltrare ora una giustificazione”. Notava inoltre che la scrittura fatta pubblicare da esso duca era già nelle mani di tutti, ed ancora, come dicevamo, in quelle dell’imperatore. E così per avventura scriveva Raimondo, conscio com’era che in mala parte aveva preso quest’ultimo l’alleanza del duca colla Francia, circa la quale quella dimostrazione fece poi esso che a suo luogo esporremo. L’essere stato il Caracena biasimato dai ministri di Spagna, e levato poi anche d’Italia, non valse a fare che il duca di Modena si sciogliesse dalla lega con Francia, alla quale aveva acceduto anche la corte di Savoia. A mantenerlo in fede giovarono le istanze e le promesse dell’astuto cardinal Mazzarino, che così se n’era cattivato l’animo, da riuscire a superare la resistenza ch’ei gli oppose, ed indurlo a consentire che Alfonso, primogenito suo, sposasse Laura Mancini nipote di lui. Fu il matrimonio celebrato in Compiègne il 27 di maggio, e nel luglio scendevano truppe francesi in Italia, alle quali univansi le estensi, cresciute colle leve che dicemmo. Col duca andarono a quella guerra Giambattista ed Andrea Montecuccoli, il quale ultimo, essendo indicato come conte di Renno, sarà stato o il generale da noi altrove ricordato, o piuttosto un figlio di lui che aveva lo stesso suo nome. Di un Andrea, qual ch’egli fosse di loro, rimangonci alcune lettere che dan conto di quella guerra. Di essa, che in quel-