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[cap. i.] | primi anni di raimondo | 5 |
altresì. Affermava non aver egli voluto da prima prestar fede all’accusa di malie, ma fu astretto alfine, come soggiungeva, a reputare di queste in colpa il fratello e la cognata. A me non è poi noto qual risposta facesse il duca al credulo Fabrizio. L’altro figlio del quale è parola nella lettera o sarà morto allora o poco di poi, non trovandosi ulterior ricordo di lui.
Dagli zii, uomini d’arme tutti, anziché dal padre, che pure per breve tempo servì il duca Ercole II nelle fazioni militari di Correggio, può dirsi ereditasse Galeotto gli spiriti marziali proprii della sua famiglia; degno perciò di avere per figlio il valoroso Raimondo, il quale a sua volta come l’avo alle scienze ancora si dedicò; imitandolo pur anche nell’astenersi dalle violenze, il che non sempre seppe fare il padre suo, del quale con qualche larghezza, come l’argomento richiede, ci facciamo ora a ragionare.
I documenti archiviali ci mostrano Galeotto sino dal 1593 venturiere tra gl’imperiali a quelle guerre contro il turco alle quali trovavansi già il conte Luigi, e Costanzo zio di Galeotto; e v’era a capo di tre compagnie di cavalli il conte Sebastiano, secondo narra Raimondo nella sua opera sull’Ungheria, ove è discorso di queste guerre, intorno alle quali alquante lettere ci rimangono scritte da Marco Pio signore di Sassuolo che a quelle fazioni con certe indisciplinate truppe pontificie intervenne . E tre compagnie, scrisse Raimondo in una sua lettera all’imperatore, aver avuto il padre suo sotto di sé in Unghe-