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del quale doveva nel secolo successivo esser continuata da un Montecuccoli, da Francesco cioè, figlio del marchese Raimondo, che sposando Vittoria, ultima dei Caprara, ed assumendo il cognome di lei, si pose a stanza in Bologna . Racconta l’Huissen che, traversata l’Alemagna, andò Raimondo in Olanda, passando poscia nella Svezia; ma qui quel biografo unì senz’altro due viaggi di lui in un solo, assendoché in Svezia non andasse se non nel 1654, secondo diremo. Una compiacenza grande avrebbe invero provata, se gli fosse stato concesso di visitare allora la patria di que’ forti guerrieri che per sì lungo tempo aveva avuti a fronte, e di que’ generali che avevano destato l’ammirazione del mondo. E cresciuta sarebbegli la meraviglia nel trovare che piccola e non ricca era la nazione che, saputasi procacciare poderosi alleati, aveva potuto con vantaggio affrontare le congiunte forze di una gran parte dell’impero germanico, che uscì indebolito ed umiliato da que’ trent’anni di conflitti, laddove la Svezia vi si era accresciuta di territorii, e soprattutto di gloria. E avrebbe veduto affidate le sorti di quel paese ad una giovinetta che aspirava ad emulare, secondo poteva, le virtù del suo gran padre Gustavo Adolfo, e in sin d’allora si preparava alla famosa sua rinunzia al trono, alla quale faceva appunto in quell’anno preceder l’elezione del successore nella persona del palatino Carlo Gustavo. Ma per avventura, il non essersi ancora a quel tempo condotte a fine le trattative circa il modo di rendere stabile la pace convenuta, impedì a Raimondo di protrarre sin là il suo viaggio, pago intanto alla soddisfazione di rivedere in Olanda e in Fiandra i luoghi testimonii de’ suoi primi passi nel mestiere delle armi. Della dimora di lui in Brusselles, è ricordo in una lettera che il 19 di dicembre di là scriveva al principe Mattia, significandogli che al suo ritorno avrebbe atteso a procurargli per le truppe toscane qualcuno tra gli ufficiali che venivano licenziati. Che nonpertanto, o allora, o non guari appresso, entrasse egli in corrispondenza colla regina Cristina, io l’argomento da ciò