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denaro; e tosto Raimondo ad offerirgli un prestito di cinque mila talleri: che se questa somma, per essergli pervenuto denaro da Modena, non bisognò più per allora al Parenti, guari non tardò poi esso, per nuove spese ordinate dal duca, ad accettare tremila talleri. Né in ciò solo, ma più nel fornirgli ottimi consigli circa lo spinoso affare che trattar doveva, tornò proficua al Parenti l’opera del Montecuccoli, come egli stesso nelle sue lettere affermava. Nell’agosto del medesimo anno 1649 partecipava il duca a Raimondo la morte della propria moglie Vittoria Farnese; e il 21 di quel mese sappiamo che questi era ad Ebersdorf presso la corte imperiale, colà ritrattasi dopo la morte dell’imperatrice, da Raimondo annunziata al principe Mattia de’ Medici con lettera del 14 di agosto, e dove a lui e al cardinale Harrach furono dal Torresini portate lettere del duca . Commetteva ancora esso duca al valoroso suo suddito, di dar opera acciò nelle lettere imperiali a lui si dessero que’ medesimo titoli che otteneva il duca di Mantova: di gran momento, come allora così in appresso nelle corti, e più forse nelle minori, era questa materia dei titoli e delle cerimonie. Ad Ebersdorf si trovava per avventura il Montecuccoli per prender parte alle discussioni, alle quali porgevano argomento le modificazioni da farsi nell’esercito che per la pace si veniva notabilmente diminuendo. Una sua lettera del 6 di settembre al duca di Modena accenna appunto che stavano per effettuarsi alcune disposizioni nell’esercito; con che gli veniva fatta facoltà di mandare a compimento il desiderio che allora aveva di visitare i Paesi Bassi, per dove lo disse infatti partito, con lettera del 13 di quel mese, il diplomatico Torresini . Gli fu compagno nel viaggio un altro valente italiano, il conte Enea Caprara, figlio di una sorella del general Piccolomini, e destinato pur esso, che contava allora 17 anni, a salire ai primi gradi della milizia, e la famiglia