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PARTE SECONDA
Capitolo I
La pace di Vestfalia, se pose fine ad una condizione di cose divenuta ormai intollerabile, non poteva però apportare alla casa d’Austria e alla Germania, che in gran parte avevano i paesi loro ridotti allo stremo, quel sollievo che dalla cessazione di un male momentaneo deriva, perché quelli che avevano funestato quelle terre, lasciavano dietro di sé una lunga sequela di sventure. La politica pertanto della corte imperiale risentivasi della debolezza in che la Germania e gli stati austriaci erano rimasti; e questa tanto maggiormente apparir doveva, se conforme a verità era ciò che al senato veneto il nunzio Grimani riferiva, affermando che nel consiglio aulico, nel segreto e in quello di guerra l’imperatore, “eccettuato uno o due, non ha uomini”. Tra questi ultimi senza dubbio il Grimani avrà inteso di porre il Trautmansdorf, ministro già da noi nominato, il quale trattava a quel tempo circa le condizioni della pace, la cui conclusione, dopo le molte difficoltà superate, tornò a grande onore di lui .
Dalla decadenza dell’autorità imperiale, e dalle altre conseguenze dell’ultima guerra, derivava poi che dovesse l’imperatore diffidar de’ suoi vicini, i principi tedeschi cioè, che avevano combattuto contro di lui, e i francesi riesciti per quella pace a porre, con pericolo della Germania, fermo piede sulle sponde del Reno. Ed erano i francesi quelli che a menomare