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Ma quantunque il nemico vedesse da que’ due generali sbaragliati i suoi antiguardi, non volle uscire dalle trincee. Altra volta abbandonò Piccolomini i proprii quartieri, nascondendo le genti sue in un bosco; ma l’esercito nemico non uscì, mandando soltanto un buon polso di soldati ad occupare i trinceramenti lasciati sguerniti dagli imperiali, che poi, uccidendone i nuovi difensori, li rioccuparono, allorché furono certi non volere i nemici commettersi in battaglia. Mosse allora Piccolomini verso Lindau per impedire ad essi i viveri che di là traevano; e fu buon divisamento il suo, perché dovettero i franco-svedesi abbandonare il campo loro, e ritrarsi, inseguiti sempre dagli imperiali, dove più agevole tornasse il provvedersi di quanto ad essi occorreva. Nell’ottobre, racconta il Siri, ebbe ordine Piccolomini di spedire duemila uomini verso Praga; ed egli, trattenuta la lettera imperiale che di ciò faceva avvisato l’elettore di Baviera sempre in timore di vedersi abbandonato dagli alleati suoi, in luogo di 2000, diresse a quella volta 2800 uomini, e per evitare ostacoli per parte dell’elettore, marciò al tempo medesimo contro il nemico. Eragli pervenuta notizia che allora Wrangel coi più confidenti capitani suoi trovavasi a caccia in un’isola presso Monaco, e sperò che gli si offerisse occasione di farlo prigioniero. Sulla strada che era alla destra del fiume, mandò pertanto colla cavalleria il Montecuccoli, e dall’altra sponda Jean de Werth, ponendo il grosso dell’esercito sotto il generale Rauchemberg. Diversi manipoli di svedesi qua e colà vegliavano a guardia del lor generale, e tutti furono battuti e spinti ad impacciarsi in un terreno paludoso: riescì nondimeno al Wrangel di porsi con sollecita fuga in sicuro, non senza però che gli venisse fatto prigioniero, non un nipote suo, come altri scrisse, ma un suo fratello, secondo si ha da una lettera del Montecuccoli, e come ben disse anche il Mailàth; tre colonnelli caddero altresì in potere degli imperiali. Lo storico or nominato e il Menzel narrano poi, che in vendetta del pericolo in che era incorso, più terre della Baviera (venti disse Menzel) venissero da Wrangel devastate. A questo, o meglio a qualche altro combattimento avvenuto in quel tempo, si allude negli Aforismi, ove tenendosi pa-