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dicevamo, da una compiuta rovina gl’imperiali, non erano questi tuttavia in condizione di opporsi al rapido avanzarsi de’ franco-svedesi, che occuparono la Baviera, ed in punizione della violata tregua, dopo che l’elettore si fu rifugiato a Salisburgo, interamente la devastarono. E i vincitori sarebbero passati senza più nella bassa Austria dove i villici, sollevatisi di nuovo, li attendevano, se, come alcuni dissero, sterminate pioggie non avesser loro impedito di varcare il fiume Inn. Di queste pioggie non fa però menzione se non più tardi l’autore dell’opera più volte citata delle Azioni egregie di generali e di soldati italiani, il quale di questo impedito passaggio dell’Inn ai franco-svedesi dà merito al Piccolomini che virilmente ogni tentativo loro ributtò, come si legge anche in una lettera di Raimondo. Era accorso il Piccolomini dalla Fiandra per prendere il comando dello sgominato esercito imperiale, mentre gli avversarii erano vittime alla lor volta delle devastazioni che avevano arrecate, e mancavano di viveri; alla quale iattura essendosi poi aggiunto il pericolo di venire assaliti dallo stesso Piccolomini che avea valicato il Danubio a Passau, decise Turenna, secondo scrive egli stesso, di ritirarsi nell’alto Palatinato. In quel tempo al Montecuccoli mandato da Piccolomini alla corte imperiale per ottenere nuove truppe, riusciva di condurgli, secondo nel 13 volume del suo Mercurio racconta il Siri, alcune compagnie di rinforzo, 14 cannoni, cavalli, viveri per trenta giorni, e le paghe per mezzo mese. E perché anche l’elettore di Baviera si pose allora a riordinare le genti sue ridotte a mal partito, il Piccolomini che in quella circostanza fe’ prova di singolare energia, trovandosi allora, come Montecuccoli scrisse, a capo di ventimila uomini, non si peritò di proporre nuova impresa contro il nemico, assalendolo da tergo e di fianco. Ma quel divisamento gli venne guastato, prima dall’opposizione dell’elettore, e poscia dal Königsmark; il quale, voltatosi con improvvisa mossa verso la Boemia vi aveva occupato, aiutandolo un Odowalski tenente colonnello imperiale riformato, una parte della capitale di quel regno, la città piccola cioè, dove immense prede di guerra ei vi fece. Tra queste annovera il Menzel la galleria di