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(cosa invero da non credere così facilmente), e così lasciaron tempo al Pompei di scagliarsi sopra di loro. Eran poi intorno a quel castello, secondo ei narra, accampati dragoni e croati, e colà era andato l’imperatore a passare la notte senza che ciò ad alcuno fosse noto: il qual racconto è pieno d’inverosimiglianze. A noi converrà più presto attenerci a quanto scrisse il Torresini che aveva modo di attingere a fonte ufficiale: il quale, se fosse stato indotto in errore, non avrebbe mancato di rettificare in seguito quanto aveva narrato. Ben può darsi nondimeno che avesse parte in quella fazione il Pompei altresì. Ad essa, tra gli storici tedeschi a me noti, accenna solo e con brevi parole il Menzel, dicendo scampato l’imperatore fuggendo quasi nudo. Non guari andò poi che agli svedesi restituirono gl’imperiali la visita che a loro avevano fatta, come saremo per dire.
Non ostante questo parziale vantaggio ottenuto, assai confusamente procedevano le cose tra gl’imperiali, menomati da diserzioni e da malattie che molte vittime fecero tra loro: e fu solo il poderoso rinforzo che ad essi portò l’esercito bavaro, e l’allontanarsi di Turenna e poscia di Wrangel, che posero riparo ad una condizione di cose che stava per divenire intollerabile. Con infelice consiglio l’imperatore, dopo la morte di Galasso, aveva dato il comando delle truppe all’Holzapel, più conosciuto sotto il nome di Pietro Milander (o Melandro), uomo invecchiato bensì nelle guerre, ma che era lungi dal possedere la sapienza militare del Montecuccoli. Dopo aver combattuto contro l’imperatore nelle truppe assiane, aveva disertato quelle bandiere passando al nemico: e fu allora singolar fatto il veder lui, protestante, a capo di quelle armi che, secondo l’intenzione dell’imperatore, dovevano essere adoperate ad estirpare dalla Germania il protestantismo. E la diversità della religione alienò al capo i suoi sottoposti, secondo scrisse lo storico Gazzotti. E ciò affermava anche il Basnage nella sua Storia delle Provincie unite, aggiungendo, questa essere stata la cagione che, per cercar di togliere i dissidii, indusse l’imperatore ad andare egli stesso colle truppe ad Egra.