Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
benché non ratificati ancora dal titubante elettore, mandato soldati agl’imperiali, costrinsero Wrangel a lasciare la Boemia, per ricongiungersi al Turenna andato nel Lussemburg . Ma innanzi di venire a questo partito aveva egli tentato un audace colpo di mano, che in diversa guisa nelle scritture di quel tempo vien raccontato. Dirò da prima di quel fatto ricavandone i particolari da una lettera del Torresini, e riferirò poscia una diversa spiegazione di quell’avvenimento portaci dal Priorato.
Trovandosi, scrive il diplomatico nostro, l’esercito imperiale di fronte al nemico a una lega da Egra (che era. come dicemmo, occupata dagli svedesi) la mattina del 28 di luglio 1647, il general Wrangel mandò un’eletta mano de’ meglio armati e de’ più animosi ufficiali del suo esercito, cinquecento di numero, ad assalire il quartiere dell’imperatore per farlo prigioniero. Trovarono addormentata la prima sentinella avanzata, il che porse loro occasione di proceder oltre inosservati; ma datosi finalmente l’allarme, accorse con mille cavalli il Montecuccoli, e duecento di quegli ufficiali rimasero uccisi, altrettanti prigionieri, riescendo gli altri cento a porsi in salvo colla fuga. Sarà stato tra questi ultimi quell’Helm Wrangel, cugino del generale, che il Siri ed altri dicono fosse a capo di quell’impresa, e che poco dipoi rimase ucciso a Triebel. Racconta invece nella sua Scena di uomini illustri il Priorato, come il campo imperiale fu assalito da seimila cavalli svedesi, e che accorso a briglia sciolta sul luogo il tenente maresciallo Pompei, comandante l’ala destra e il campo imperiale, li batté, e cinquecento di loro fece prigionieri. Ma l’autore medesimo in altr’opera sua (Historia delle guerre di Ferdinando II e III) della ripulsa degli svedesi fa primo autore un colonnello Lavenstein, e dice che essi, mentre in così pericoloso frangente si vedevano di fronte anche i soldati imperiali, si diedero a far prede fin sotto il castello ov’era l’imperatore