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sedio, inviando in Moravia due mila cavalli, ché non mosse egli verso di loro, fin che Frankenstein non fu in suo potere. Allora soltanto mandò egli gente in Moravia: ma ciò non fu approvato dall’imperatore, o piuttosto (come da altra lettera di Montecuccoli apparisce) contromandò esso l’ordine dato, e fece richiamare da Raimondo quelle truppe in Slesia. Altre terre venne poscia conquistando quel generale, e allorché Wittemberg, passato l’Oder, attaccò Nemeslau sui confini della Polonia, gli fu sopra improvviso con due mila cavalli scelti il Montecuccoli, giunto colà per vie non battute e quasi impraticabili di mezzo a boschi, e costrinse il nemico a ritirarsi, abbandonando ai vincitori, come trofeo di vittoria, l’artiglieria e il bagaglio. Pensò allora il Wittemberg d’impadronirsi di Troppau per assedio, e a quella volta con buon nerbo di truppe s’avviava; ma inteso che Montecuccoli, al quale erasi unito il general Pompei, si preparava a contrastargli il passo, in più secura stanza, scostandosi di là, si ritrasse. L’autore dell’opera già citata sulle azioni egregie di soldati italiani che questi fatti ci racconta, aggiunge che gli svedesi, vedendosi impedita sempre da lui ogni cosa ch’essi meditassero di fare, in queste parole prorompessero: “Convien dire che cotesto Italiano se l’intenda con quale spirito familiare, poiché egli prevede ogni nostro disegno”. Questo ch’essi dicevano spirito familiare, non altro era invece se non la sua costante oculatezza, un buon servigio di esplorazioni, e poi la sagacia nel trovare gli spedienti opportuni, e l’ardimento nel mandarli ad effetto. Mentre queste cose accadevano, venne in animo all’imperatore di farsi coronare in Praga; e al Montecuccoli, che a vegliare acciò non venisse egli colà fatto segno a qualche atto ostile ai nemici, aveva raccolte, secondo scriveva da Schönau il 31 di luglio, le sue truppe verso le montagne, sottrasse allora, o a pompa o a difesa che fosse, 1500 cavalli: con che, diceva il Torresini, gli veniva tolto di procedere ad altre imprese.
Avevano intanto gli svedesi devastata la Baviera in modo che, per difetto d’ogni cosa, non vi potevan più vivere essi medesimi, e furono astretti perciò a levarsi di là. Presero il