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ficace concorso del Montecuccoli, secondo che in più scritture trovo notato: la quale sconfitta fu poi dai francesi, come siamo per dire, vendicata a Nordlingen. Un mese innanzi all’epoca della battaglia di Mergentheim, troviamo interrotta la corrispondenza del Bolognesi, del quale non ho veduto se non una lettera posteriore, del 16 di settembre cioè, quando lasciò egli l’ufficio di residente estense in Vienna. Giunto all’età di 65 anni, gli ultimi 16 de’ quali passati a Vienna, otteneva il riposo dovuto alle lunghe e proficue sue fatiche diplomatiche, pel quale insino dal 1639, e più volte in appresso, per mezzo del marchese Francesco Montecuccoli aveva mosso istanze. Onorato allora col nuovo grado di consiglier intimo di gabinetto (e già precedentemente aveva avuto il titolo di conte) si ritrasse alla nativa Correggio, caro al principe, al quale anche in quello scorcio del viver suo giovò, secondo poteva, coi sapienti consigli, che, richiesto, gli porse. Ci rimane poi una lettera a lui diretta, colla quale il cardinal d’Este, la cui promozione alla sacra porpora fu da lui validamente promossa, lo ringraziava delle relazioni delle cose di Germania, e delle notizie di colà che da Correggio gli mandava. Dovette senza più riescir grave a Raimondo il distaccarsi da un amico nel quale tutta la sua fiducia, anche per le cose della privata sua economia, aveva egli riposto: né io so poi se uguale amicizia stringesse con chi ne tenne per qualche tempo le veci, che fu G. B. Torresini, ministro residente di Guastalla a Vienna, da noi già nominato, il quale altre notizie sarà per somministrarci intorno alla carriera militare di lui da quell’anno 1645 insino al 1649. La prima lettera sua, che è del 24 di giugno, mentre era ancora il Bolognesi in Vienna, avvisa che Raimondo dieci giorni innanzi era passato per Praga con duemila cavalli, preceduto da quattro suoi reggimenti, avviati tutti ad una rassegna che delle forze imperiali in quelle parti doveva farsi a Budweis: e in tal circostanza egli fu ancora a Vienna, come lo stesso diplomatico scrisse. Dopo la rivista, invece di volger a Krems e Brünn, come da prima erasi divisato, ebbe egli ordine di prendere la via di Neuhaus in Ungheria, nel qual paese onorata memoria di loro avevano lasciato altri di