Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
dese, dettero agio, per la confusione che ne sorse, a quegli ufficiali e a duecento dragoni d’introdursi nella città colle munizioni delle quali aveva difetto.
S’erano nel frattempo venute modificando le condizioni dei belligeranti. Le vittorie di Torstensson che avevano indotto la Danimarca alla pace, e la Sassonia a rinunziare per sempre, tenendosi neutrale, a combattere gli svedesi, non potevano oramai produrre gli effetti preveduti, senza il concorso di forze poderose. Sollecitati perciò i francesi a procedere innanzi, si rivolse il generale svedese al Rakoczi, principe di Transilvania sempre avverso agli imperiali, e lo indusse a raggiungerlo di persona con un esercito presso Vienna; ma poiché costui ebbe ottenuto dall’imperatore quanto bramava, e specialmente la restituzione di una parte almeno delle chiese de’ protestanti e de’ beni de’ suoi correligionarii, ed inoltre il dono di sette contee dell’Ungheria, fece coll’imperatore un trattato molto opportuno a cavar questo d’impaccio, quantunque altamente venisse a Roma disapprovato. Rakoczi, manifestato allora a Torstensson ciò che aveva promesso all’imperatore, disdisse l’alleanza e si ritirò .
Ad oppugnare il transilvano erano stati deputati Montecuccoli e Buchaim; del secondo de’ quali dice con frase triviale il Torresini da cui togliamo questa notizia, che l’intero vestito di lui meno valeva degli stivali del Montecuccoli. Il Torstensson allora, mancatigli que’ sussidii mercé i quali sperava mantenersi nelle pericolose posizioni da lui occupate, e sapendo inoltre che nuovi eserciti andavano riunendo Galasso, Montecuccoli ed altri generali, reputò prudente partito il ritirarsi, lasciando forti presidii in alcune piazze, ed anche a Krems presso Vienna. Parve che la fortuna volesse tornare alle bandiere degli alleati austro-bavari, quando, non guari dopo, Mercy e Jean de Werth il 5 di maggio 1645 vinsero una battaglia contro l’esercito di Turenna a Marienthal, o Mergentheim , coll’ef-