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vertimenti io le ho impiegate nella speculazione e dell’esercizio del mestiere”. Detto poi che le occasioni non lo avevano trovato impreparato, ma le aveva egli stesso ricercate, finiva col dire: “Queste son quelle cose che abbreviano l’arte, che di per sé è lunga, e che possono far vecchio una persona di pochi anni”. Da una lettera che il 3 di settembre il Bolognesi scriveva al duca, ci vien poi saputo, che il generale che aveva mosso obbiezioni sull’età di Raimondo, era lo Slick, il quale si lagnò, come dicemmo, all’imperatore perché maggior grado fosse stato concesso a Raimondo, e gli fosse dato il comando di un corpo d’esercito; il che diceva non potere che spiacere ai più vecchi, e singolarmente all’Hazfeld, il quale infatti da più indizii argomentammo non fosse amico a Raimondo . A quest’ultimo scriveva invece il Piccolomini, meravigliarsi fosse egli entrato in campagna prima di avere ottenuto accrescimento di grado. Le amarezze intanto incontrate da Raimondo per opera de’ vecchi generali austriaci, inducevano il Bolognesi a consigliargli di lasciare il servigio imperiale e di ritornare in patria, ove il duca pur sempre lo desiderava ; ed il medesimo consiglio ebbe nel novembre dal marchese Francesco per cagione della mala piega che avevano presa le cose della guerra. Ma egli che sentivasi chiamato ad oscurare la gloria degli Slick e degli Hazfeld, non lasciò rimoversi dagli ostacoli che avrebbe potuto incontrare in quella via per cui doveva giungere ai primi onori ed a fama immortale.