Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
necessità; così al Montecuccoli scriveva lo stesso imperatore, che a lui voleva anzi dare il comando di quella spedizione, e poi lo conferì invece al tenente maresciallo Gonzaga. E quando nuove istanze ebbe a fare il Galasso, confermava l’imperatore l’ordine dato, dicendo non sembrargli urgente il bisogno ch’egli avesse di quelle truppe: la quale inconsulta ostinazione dell’imperatore portò poi conseguenze funeste. Ma innanzi che andassero que’ reggimenti in Fiandra, il Montecuccoli, per intercessione del Galasso, perciò spedito a Vienna, ottenne almeno che facessero una punta nella Baviera invasa allora dai francesi. Severamente, come scriveva il Bolognesi, fu giudicato da molti codesto procedere dell’imperatore, pel quale si levavano al Montecuccoli le forze necessarie a procedere contro Koenigsmark. Un ordine imperiale del 7 di agosto lo rimandò poi al campo di Galasso, imperocché l’Hazfeld, del quale egli teneva il luogo, già rimessosi in salute, era giunto a Würzburg. Circa il qual particolare scriveva egli all’amico Bolognesi, che tanti viaggi venivangli a noia “e sono stracco di questi ordini che mi fanno cominciare tante cose senza finirne nessuna”; e seguitava dicendo: “V. S. illustrissima consideri, per grazia, li viaggi e le strade che ho fatto dopo ch’io sono all’armata, e poi potrà da per sé stessa imaginarsi quanti cavalli ho rovinati, e che spesa m’è bisognato fare, e s’io sono indebitato o no... le grazie della Corte mi costano salate, ma bisogna havere pazienza perché quest’anno ho fatto voto di ubbidienza. Se V. S. illustrissima vedesse li miei cavalli da bagaglio, li vedrebbe ridotti in pelle e in ossa più per farne anatomia che per marciare”. Parlava poscia di cavalli che un Bargelli gli doveva condur dall’Italia, e che non sapeva dove li troverebbe, meditando allora di far la strada di Norimberga, Egra, Dresda, per indi riunirsi a Galasso; “e se in tanti viaggi” soggiungeva poi, “non m’arriva qualche disgrazia sarà miracolo; perché nel venire ho havuto tre o quattro volte le partite del nemico qui addosso, et hora l’armata è ancor più lontana” (Lettera del 13 di agosto, senza luogo, edita dal Foscolo). E a queste fatiche si aggiunse l’in-