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mando di una porzione delle truppe di Galasso: né invero avrebbe egli in peggior momento potuto incominciare questo secondo periodo della carriera sua militare.
Aveva la Svezia mosso guerra alla Danimarca per prevenire i danni che questa le minacciava con una diversione in favore dell’imperatore, al quale si era alleata. E perché contro di essa si volsero tosto le sorti della guerra, si trovò astretto l’imperatore a soccorrerla di un esercito suo, guidato da Galasso. Mentre però erasi quel generale avviato verso l’Holstein, ebbe a trovarsi minacciato alle spalle, avendo il generale Koenigsmark assalito Dresda. Fu allora che, come narrammo, venne da Galasso per la seconda volta spedito Raimondo in Sassonia. Le istruzioni dalle quali lo dicevamo accompagnato, portano la data del 5 di luglio 1644, dal quartier generale di Türgenmund, e furono da Vittorio Siri prodotte nel suo Mercurio. Con queste veniva posto Raimondo a disposizione dell’elettor di Sassonia, e deputato a comandare, come fece, le truppe in Franconia, se l’Hazfeld non potesse uscire in campagna: se poi sapesse Koenigsmark avviato verso il Weser, prenderebbe egli il comando altresì delle truppe che erano da quelle parti, e cercherebbe impedirgli l’ingresso in Franconia, nella Misnia o in Boemia: tenendogli poi dietro lungo il Weser, congiungerebbe le sue truppe a quelle del tenente maresciallo Gleen. Se divisasse invece di andare lo svedese nell’Holstein ad unirsi all’altro corpo di Torstensson, dovrebbe tornare Raimondo al campo di Galasso. Terminava la istruzione con queste, per lui onorevoli, parole: “Basti ch’egli sappia la sua volontà, perché egli (Galasso) riposi sopra la sua conosciuta diligenza e destrezza, conforme la quale saprà fare quanto conviene”. Ecco ora come di questa sua andata in Franconia tien parola Raimondo nella lettera che segue, diretta al principe Mattia de’ Medici:
Serenissimo Principe, mio signore e Pron. Col.mo
Fui mandato in Silesia a pigliare quei Reggimenti per condurli all’armata del Signor Tenente Generale, sì com’ho