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mondo non potesse per qualche accidente mettere insieme il denaro tutto necessario, io procurerò fare qui l’impossibile per provvederlo, se così fosse di gusto di esso signor conte” (lettera del 15 di novembre). E mandò infatti a Vienna in più volte, sino al febbraio del 1645, la somma di 2014 talleri e mezzo, non so se denaro suo, o di Raimondo, o preso a prestito. E fu questo per avventura il modo onde quel castello venne conservato ai discendenti del marchese Francesco, ai quali passò, come diremo, alla morte del figlio di Raimondo. Al presente quel castello appartiene al marchese Massimiliano Montecuccoli Laderchi, del ramo stabilitosi a Vienna, signore altresì di Mitterau, Ostemburg e Haindorf nella bassa Austria; la quale ultima terra fu certo posseduta da Raimondo, se non forse le altre ancora, il che non mi è noto.
Ad Hohenegg ritirar si soleva il gran capitano del quale notiamo qui i casi della vita, e vi cercava riposo alle fatiche della guerra. L’abate Giuniano (o Giovanni) Pierelli di Trassilico in Garfagnana, che fu alcun tempo suo segretario, in quella delle sue egloghe a stampa che è in lode di Raimondo, ce lo mostra, “Nel bel colle di Hoeneg stanza di maggio”, occupato negli studi suoi. Dice il poeta in altro suo componimento, che quel castello:
Sorge dell’Austria in seno
Su la base di un colle, augusta mole
Che di torri sublimi il fianco ha cinto.
E parla delle artiglierie che erano sulle sue mura, de’ ponti levatoi, non che dell’amenità de’ luoghi dintorno . Di questo segretario di Raimondo, che esercitò offici diplomatici per gli Estensi a Vienna, a Parigi e a Madrid (dalla qual’ultima città narra egli stesso essere stato per arti inique di un ministro, siccome egli si esprime, espulso due volte), diremo che non lasciò durabil fama di poeta, quantunque egli componesse anche un poema in 24 canti sulla liberazione di Vienna, edito in Modena scorrettamente nel 1690, e in miglior forma a Parma