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discendenti i vantaggi di quell’acquisto, e che intanto per mezzo di un testamento assicurasse almeno alla famiglia la successione nel medesimo, poiché tra i pericoli delle guerre poteva accader ch’ei morisse intestato. E quest’ultimo consiglio fu bene accolto da Raimondo; ed anzi, perché de’ fratelli suoi non altri rimanevagli se non Massimiliano, il quale contro il parere di lui era entrato ne’ gesuiti, designò invece ad erede suo, se non lasciasse discendenza diretta, lo stesso marchese Francesco. A costui allora il Bolognesi fece intendere che dovesse inviare a Vienna uno de’ suoi figli, acciò, se sventura accadesse, si trovasse sul luogo per prender possesso di que’ beni. Ma al marchese non parve onesto l’accettare quel consiglio, e invece, per mezzo ancora dello stesso Bolognesi, rinnovò le istanze, perché non indugiasse Raimondo ad ammogliarsi. Di ciò non ne fu nulla per allora, sebbene anche il marchese Massimiliano della famiglia di Polinago in una sua lettera, nella quale gli si diceva grato perché al conte Giovanni Antonio, fratello suo, avesse conferito un beneficio ecclesiastico in Montecuccolo, avvalorasse colle sue istanze quelle del marchese Francesco. Lo consigliava poi esso a prender moglie in Germania “per ritornare a ripiantarvi la nostra casa, giacché è chiaro che di Germania ella venne”. Così infatti recano le tradizioni che si riferiscono ad un’epoca anteriore a quelle intorno alle quali si hanno documenti autentici.
E qui, per dar fine all’argomento che stiamo svolgendo, terremo ricordo di quelle cose che rientrano in esso ed avvennero in quest’anno medesimo, che fu quello in cui Raimondo riprese il servigio nelle truppe imperiali. Quando adunque il marchese Francesco vide alieno il parente suo dal matrimonio, desideroso di guerre, ed involto poscia nelle medesime che furono disastrose e piene di pericoli, sembra che cominciasse a fare maggior conto di prima dei vantaggi probabili che a lui potevano derivare dal testamento di Raimondo. Ciò deduco dalla relazione che al Bolognesi dicemmo aver egli richiesto sui nuovi possessi di lui, e dall’insistere ch’ei fece acciò il castello di Hohenegg, fosse liberato dalle ipoteche e per tal