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tarii, e tre somministrar ne dovette Montecuccolo; ma a questo tributo si rifiutarono le terre della montagna non infeudate, “perché, come scriveva il commissario del Frignano, qui nessuno obbedisce, e mancano birri a costringerli”. Si ebbero più tardi ventisei cavalli, ma da altri feudi de’ Montecuccoli. E furono codeste gravezze onerose e pericolose per le genti di que’ luoghi che non avrebbero potuto, sguerniti com’erano di difensori, reggere ai subiti assalti ed alle invasioni. Sestola nondimeno, come fortezza e sede del governo del Frignano, ebbe presidio allora di soldati venuti da Modena, che avevano il soldo dalla provincia, quantunque pagasse questa ben 1000 lire annue per andar esente da presidio militare: ma non poteva cotal privilegio trovar luogo in tempo di guerra.
Ritornando ora sui provvedimenti che andava prendendo il generale Raimondo circa Vignola, ove alcuni rimestatori bolognesi (e il clero forse) sobbillavano la gente, prescriveva egli che un duecento uomini delle milizie locali, quantunque sprovveduti di armi, di là si mandassero a Modena, “non volendo lasciar paesani a guardare i proprii luoghi”. Opera di costoro innanzi che partissero, io vado pensando che fosse un mal tiro fatto allora a certi soldati di un capitano Perego; de’ quali trovo notato in altra lettera, che essendo a foraggiare per quelle campagne, vennero assaliti dai villici che loro tolsero i cavalli. A guardia di Vignola condusse allora il colonnello Colombi milizie de’ Montecuccoli. Cercavansi a quel tempo per ogni dove soldati affinché tenessero lontane novelle invasioni, e prendessero ne’ colli il luogo delle corazze del capitano Spirito e della compagnia del conte Alfonso Montecuccoli che volevansi a Modena; ove furono chiamate infatti il 26 di luglio . Si fece allora il duca a chieder denaro ai veneti per far leve in Francia, essendo stato così al Borri che ne chiedeva per Toscana, come al Montecuccoli, vie-