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a lui che aveva sufficiente numero di soldati, sarebbe spettato di respinger il nemico, tanto più che munita di nuove fortificazioni trovavasi la terra, e aveva in quella vece continuato sotto i nuovi venuti il precedente suo officio. Ma di lui non si poté trarre vendetta, fuggito essendo col Mattei, il quale seco condusse tre ostaggi per assicurarsi da quel paese il pagamento di un balzello che gli era mancato il tempo di raccogliere intero. Nessuno però si dié pensiero di portare a quei capitani fuggitivi quanto ei chiedevano, e ciò aveva anche espressamente vietato Raimondo, avvertendo i nemici che degli ostaggi gli stavano garanti i prigionieri loro; onde fu forza a que’ mal capitati, tra i quali era un ebreo, se racquistar vollero la libertà, di riscattarsi a danaro vendendo le sostanze loro. Impose Raimondo che altresì venissero carcerati tutti quelli che avevano dal nemico accettato altri uffizii, e specialmente patenti di comandi militari; e più innanzi procedendo ordinava s’avessero “a sequestrare e imprigionare le persone sospette, e devote probabilmente al partito contrario”. La qual sentenza è veramente eccessiva, perché sarebbe bastato allontanare di là i sospetti d’intelligenza col nemico, come prescrisse poi egli stesso negli Aforismi, ove dice delle difese. Vero è però che crudeli necessità porta seco la guerra, e che una precauzione che si trascuri, conduce talvolta a ruina gli stati, mutandosi il danno di pochi in quello di tutti. D’egual maniera si procedé a Spilamberto, dove con settanta moschettieri e alquanta cavalleria andò il capitano Pincetti; il quale aveva eziandio l’incarico di far rimettere in corso le acque sviate dal nemico, e di difendere i lavoratori delle terre e quelli che attendevano alle opere di fortificazione, e all’atterramento di molti edificii per cotal cagione allora ordinato presso Vignola, ove andava con cinquanta corazze un capitano Spirito. La famiglia Montecuccoli, che cento uomini aveva già somministrato per la difesa delle alpi, altri cento cinquanta ne mandava allora alla guardia di Modena; e tra questi erano ventisette sudditi di Raimondo, non altri trovandosene allora disponibili. Ed oltre agli uomini si ricercavano cavalli dai feuda-