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conte Francesco Montecuccoli dice fosse il corriere di Ferrara quello che raggiunse l’omicida e lo trasse alle carceri di Padova . Le intime relazioni avute da Raimondo con quel più giovane de’ suoi fratelli, al quale in Germania era egli stato mentore e maestro, e la pietà destata già in lui dalla recente sua sventura gli avranno resa più che mai dolorosa la crudel morte ch’egli incontrò.
Ma anche da un altro dei suoi fratelli ebbe Raimondo in quell’anno medesimo argomento di rammarico, come da una lettera ritraggo del duca Francesco I indirizzata sotto il 27 giugno a Raimondo, dalla quale ci vien conto che questo giovane nascosamente e contro il volere fraterno ascritto si fosse ad un ordine religioso, che era quello de’ gesuiti, come si ha da una lettera del 19 settembre 1642 scritta dal marchese Massimiliano della linea di Polinago. E che forti istanze avesse fatto Raimondo al duca per qualche severa misura che lo costringesse a depor l’abito, congetturar si può da questo passo della lettera responsiva del duca: “Quant’è al P. Massimiliano interporremo i nostri offici perché abbia effetto il desiderio di V. S. quando si sia in istato che possa aver effetto: ma essendo di già sacerdote (del che forse non sarà informata V. S.) non sappiamo se vi sia luogo di ridurlo allo stato ch’ella vorrebbe”. Che poi gli foss’egli effettivamente fratello si ha da una lettera ch’esso indirizzò a Raimondo, al quale fu fatta pervenire dal Bolognesi.