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prefazione. | vii |
prima) delle Memorie del Montecuccoli, nell’originale italiano, cenni che alcuna volta ci occorrerà di citare, ma che non bastano guari a farci conoscere a dovere il nostro grande italiano. Questo, quant’è agli scrittori più antichi. Circa i moderni, a me noti, di rado avviene che i nomi de’ Montecuccoli si trovino nelle pagine loro. Questi poi appaiono avversi sovente, e talvolta senza moderazione alcuna, agli italiani, che, nelle guerre de’ trent’anni specialmente, vennero in nominanza; e alquanti di loro lasciano anche scorgere i giudicii ch’ei recano derivati dal fatto, che i generali e i colonnelli italiani dell’esercito di Wallenstein, anzichè le parti di lui, tennero quelle dell’imperatore. Il Menzel per altro, nella sua bella, ma non imparziale storia della Germania, quantunque dichiarato nemico de’ generali italiani, contro i quali (e specialmente contro il Piccolomini, uno dei più grandi guerrieri del tempo suo) non trova termini bastanti a vituperarli, benchè poco dica del Montecuccoli, lo fa tuttavia con parole di tanta venerazione, da meritargli per questo lato dagli italiani quella gratitudine, della quale in troppe altre occasioni sembra volerli esonerare.
Lo Schiller nella sua celebre storia della Guerra dei trent’anni, che il Mailàth, storico dell’impero d’Austria, giudica spiritosissima, ma parziale, mal sicura e storia più poetica che vera, neppure fa menzione di Ernesto e di Raimondo Montecuccoli. Del primo di essi diremo a suo luogo, come, nel magnifico suo dramma Wallenstein, ci sembra che a lui alluda per mostrarlo traditore, quando non era più fra i vivi.
Il Mailàth or nominato, devoto alla casa imperiale, procedeva con intendimenti diversi da quelli di altri scrittori poco favorevoli alla corte di Vienna; al solo