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denaro comprarono l’esercito di lui, composto di tedeschi, e i comandanti in Breisach e in altre terre, che non volute da Bernardo ad essi consegnare, vennero, lui morto, in podestà loro, com’era agevole il prevedere che sarebbe accaduto.
Trovossi involto Raimondo nei disastri che dicevamo dell’esercito imperiale, e del sassone altresì; al quale, secondo al duca di Modena scriveva il due marzo da Vienna Francesco Alberto Bonacossi che qualche officio colà per gli Estensi esercitava, aveva esso Raimondo condotto un piccolo rinforzo di 1500 uomini. I pericoli dai quali era egli allora circondato in molta angustia tenevano, come dalle lettere loro apparisce, i parenti di lui, il marchese Francesco tra gli altri che istantemente pregava il Bolognesi di avvisarlo: “ora e frequentemente di quanto potrà intendere dello stato e successo di esso conte”. Non poca sorpresa recherà pertanto il trovare appunto allora dal duca di Modena fatto raccomandare per lettera dallo stesso marchese a Raimondo che desse opera acciò al cardinal d’Este l’arcivescovado di Vienna allora vacante venisse conferito, secondo avevagli promesso l’imperatore. Né Raimondo forse tra que’ frangenti di questo occupar si poté, né ottenne il cardinale l’ambito seggio. S’adoperava per altro al tempo medesimo il duca in pro di Raimondo presso il conte di Trautmansdorf, non so per qual cagione; del che ebbe Raimondo a dirsegli grato. E qui debbo far menzione di una lettera che da Vienna scriveva il 12 novembre di quell’anno il Bonacossi, nella quale un fatto è accennato che non trovo ricordato altrove. Racconta il Bonacossi spiaciuto alla corte imperiale l’accidente accorso al marchese Montecuccoli (certamente Francesco) di aver ricevuto uno schiaffo “trattandosi di un cavaliere di gran garbo, e d’un vecchio ministro di Casa d’Este”. Ma al senno già maturo di Raimondo