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giunto quel memoriale in Vienna allorché entrambi i Montecuccoli più non vi erano, fu esso dal Bolognesi, non come diplomatico ma come amico, secondo Raimondo gli commise, fatto presentare per mezzo di un segretario di nome Fischer all’imperatore, ed ebbe Raimondo a chiamarsi soddisfatto della risposta che ne ottenne.
Anche il conte Andrea da noi nominato passò in quell’anno per la Germania avviato alle guerre di Fiandra colle truppe imperiali ivi condotte dal Piccolomini; e nella collezione del conte Giorgio Ferrari si ha una lettera sua del 28 gennaio da Praga ov’ebbe a fermarsi. Una funesta notizia poco di poi pervenne a Raimondo, quella cioè della infermità, che fu l’ultima, della virtuosa sua madre; la quale in Modena venne a morte, come dai registri dei defunti apparisce che sono nell’archivio comunale, il 5 marzo del 1638 nella casa ov’essa abitava che era nella parrocchia della Trinità. Ebbe tomba presso il marito nella chiesa di san Pietro . E se l’affetto di Raimondo fu pari, come è a credere, a quello che sua madre portò a lui, grande sarà stato senz’altro il dolore da esso provato all’annunzio di una così luttuosa perdita. Venne non guari dopo a Modena per dar sesto alle cose sue, come annunziava egli stesso al Bolognesi di voler fare, con una lettera che da Praga gl’indirizzò il 25 luglio. Né forse tra le cose che aveva a trattare in patria sarà stata di poco momento la pretesa da un cavalier Panzetti modenese posta innanzi con segreti uffici in Roma al cominciare di quest’anno, per far suoi, pel titolo di una commenda de’ SS. Maurizio e Lazzaro concedutagli dal duca di Savoia, i beni dell’ospedale di san Lazzaro di Pavullo, del quale erano patroni la provincia del Frignano e i Montecuccoli, che insieme avevano dato que’ beni all’ospedale medesimo. Di questo affare trattò in Roma l’inviato estense Masdoni a nome del duca, che ai diritti speciali di Raimondo, e del conte