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ceva poscia avviate allora le truppe fra le quali ei militava, all’assedio, che poi a bene riescì, di Donauwerth. Da una lettera del principe Borso d’Este impariamo inoltre che in occasione del suo viaggio a Vienna proponevasi Raimondo di andare per affari proprii anche a Modena; ma che mutato proposito, spedì colà un suo paggio, al quale le lettere ancora di Borso vennero affidate.
Durante le trattative ora indicate ebbe luogo la battaglia di Nordlingen; dopo la quale passò Raimondo col grado che si era riserbato di tenente colonnello nella cavalleria del marchese Annibale Gonzaga: e fu allora che, secondo espose ei medesimo nel suo Memoriale all’imperatore, entrò egli primo a capo de’ suoi soldati (ai quali aveva fatto metter piede a terra) in Kaiserbiten per la breccia: e sarà stato in tal circostanza che quei pubblici elogi gli furono fatti da Galasso dei quali è parola in una lettera del Bolognesi, se pure non vi si accenna a qualche precedente sua impresa . E fu poi a premio del suo valore che affidato gli venne l’anno seguente il comando di un reggimento di corazze appartenuto già al priore Aldobrandini, morto nella battaglia di Nordlingen. Del qual fatto dette egli conto al duca di Modena in quella lettera che da Giuseppe Campori, che ne trasse copia nell’archivio estense, comunicata al Polidori, fu da esso con altre pubblicata nell’Archivio Storico (vol. V, appendice n. 20, pag. 142). In quella venivagli dicendo che la speranza di militare un giorno pel suo sovrano naturale grandemente facevagli apprezzare la fortuna di potere nel grado allora conseguito continuare il corso delle guerre, dalle quali quegli ammaestramenti ritrarrebbe che meglio lo rendessero atto al servigio di lui. Seguitava annunziando avanzarsi un esercito francese guidato dal cardinal Lavalette, congiuntosi a quello di Weimar (di Bernardo duca di Weimar), che già aveva occupato Magonza, donde esso Montecuccoli col