Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
stein ebbe ad esporre sul Piccolomini, e delle parole medesime mi varrò, traducendole, colle quali questo giudicio per lettera mi comunicava il valente scrittore dottor Grossman di Breslavia . Tre mila messe fece l’imperatore celebrare per l’anima del Wallenstein lanciata così impreparata nell’eternità. Alle corti d’Europa inviò egli notizia di quanto era avvenuto; e l’Antelmi dice che a Torino, a Genova, a Parma, a Modena, a Firenze, andò a tal uopo il segretario Rodolt, incaricato altresì dell’inevitabile richiesta di denari per la guerra, non avendo l’erario approfittato delle confische dei beni de’ ribelli, che Ferdinando o tenne per sé, o regalò ad altri. Sono poi notabili i giudizii che si formarono intorno all’eccidio di Wallenstein nelle sfere ufficiali dei diversi stati, quali vennero al senato veneto comunicati dagli agenti suoi diplomatici, e di cui ci dà un sunto il Giublich, editore dei dispacci dell’Antelmi che si riferiscono al Wallenstein. Nei paesi soggetti alla monarchia spagnola, che molta parte aveva avuta nella condanna di quel generale, ne fu gioia maggiore di quella che a Madrid si provò per la morte di Gustavo Adolfo; e piacque negli stati italiani aderenti alla casa d’Austria, ma non alla corte di Roma che reputava il fatto opera di Spagna, né in Francia per le relazioni mantenute con quel generale: il cardinal Richelieu pianse allorché la morte di lui fu annunziata in consiglio. In Inghilterra diversi a seconda dei partiti furono i giudizii. Ma un aumento di ostilità dopo quest’epoca si fece manifesto, tra i generali dell’impero singolarmente, contro gl’italiani che ben meritato avendo della causa imperiale, ne avean ritratto talvolta condegne ricompense, e mantenevansi nel costante favore, che loro veniva invidiato, della corte: e noi più volte avremo a dire come di questi odii nazionali provasse gli effetti anche Raimondo Montecuccoli. Qui intanto noterò un gratuito oltraggio fatto alla memoria, secondo stimo, di Ernesto Montecuccoli dallo Schiller, nel magnifico suo poema drammatico sui casi di Wallenstein. Di quel convegno di Pilsen tenendo parola, del quale