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ma soltanto consigliato quel modo di procedere. Volle poi il granduca di Toscana che ritornassero que’ suoi fratelli al campo di Wallenstein, mentre egli erasi affrettato a conferire a questo e a quel generale i reggimenti loro, non volendo ad essi più darne altri. Dei quali affronti i due principi toscani presero in appresso quell’onesta vendetta che noi vedremo. Il marchese di Grana eziandio abbandonava allora per offese ricevute il campo di Wallenstein, al quale, come scrisse l’Antelmi narratore di questi fatti, i due reggimenti suoi rinunziava, altri ottenendone poscia dalla Spagna. E lo stesso Piccolomini erasi deliberato passare al servizio di quella potenza se la guerra cessava, disgustato com’era de’ modi arroganti del generalissimo .

S’aprì il nuovo anno1634 con una catastrofe rimasta memorabile nella storia, colla tragica fine cioè del duce supremo degl’imperiali, che pure con fortunate imprese, e col largo uso delle smisurate sue ricchezze (non tutte a dir vero onestamente acquistate), più volte poté le vacillanti sorti dell’impero sostenere, da imminente ruina preservandolo. Dalle cose per noi narrate apparirà, credo, in qual trista condizione venuti fossero gli stati imperiali,, per opera certamente di molti, ma più del Wallenstein; il quale un’autorità erasi arrogata maggiore di quella del suo sovrano, alle cui lettere, come a quelle dei suoi ministri, afferma il Bolognesi che neppur sempre ei rispondesse. Erano le cose a tal punto pervenute che si rifiutassero ufficiali superiori di eseguire un ordine dell’imperatore, allegando che un altro in senso opposto dal generalissimo ne avevano ricevuto; così avendo fatto, ad esempio, un barone Suys. Ed era anche accaduto una volta che ingiungendo a Wallenstein l’imperatore di accorrere alla difesa di un alleato suo, facesse egli invece una tregua coi nemici .