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da Wallenstein; al quale, secondo i patti convenuti, chicchessia doveva rimanere sottoposto; contribuì non poco a suscitare o ad accrescere nell’animo superbissimo di lui quel malcontento che tardar non doveva a trarlo in rovina . Ora poi diremo come nell’anno 1633, del quale insino ad ora narrammo gli avvenimenti, perdeva la famiglia imperiale uno de’ più fedeli e dei più valenti condottieri de’ suoi eserciti, essendo venuto a morte combattendo il conte Ernesto Montecuccoli.
Pressanti inviti aveagli mandato, dopo la battaglia di Lützen, il Wallenstein acciò passasse in Alsazia a difendervi Brissac (Breisach), che era presso che la sola fortezza in quelle parti rimasta agl’imperiali. Non aveva egli da prima, quasi presago di quanto era per accadergli, accettato quell’incarico; ma tre corrieri recanti nuove istanze di quel generale vinsero l’esitazion sua: e levati dalla Lorena quattromila uomini dell’elettore di Baviera a spese di esso elettore, a quelli li aggiunse che il duca di quel paese ebbe a licenziare, e agli altri di un Metternich già da noi nominato, che avendo dovuto per manco di viveri abbandonare Haidelberg, venne con essi a porsi sotto i suoi ordini. E una parte almeno di codesti arrolamenti di soldati fu fatta verosimilmente spedendovi Ernesto denaro suo e del fratello, essendo da riferire probabilmente a quest’epoca quanto diceva nel 1680 Raimondo in una esposizione all’imperatore. Protestavasi egli in quella tuttavia creditore di una porzione dei 270.000 fiorini spesi dai cugini suoi (de’ quali fu erede) per assoldare tre reggimenti a loro spese: del qual credito non aveva egli riscosso se non 50.000 fiorini. Quantun-