Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Opportunissima intanto tornava la morte del valoroso re, colle incertezze che dietro sé lasciava nell’animo de’ collegati, al risorgere della fortuna della casa d’Austria; ai servigi della quale allora tornavano que’ soldati della lega cattolica che abbandonato avevano Tilly nel punto che contraria gli si volse la fortuna, come narra nella sua opera Il Guerriero prudente lo storico Priorato. Gli svedesi per altro riavutisi dallo sgomento provato, quantunque una fanciulla di soli sei anni (la celebre Cristina) fosse stata assunta a capo di lor nazione sotto il governo di una reggenza, ad una pace dannosa anteposero la continuazione della guerra. Fidavano essi nel valore dei generali allievi di Gustavo, e nel senno di Oxenstierna confidente ministro di lui, il quale assunse in Germania la direzione suprema delle cose pertinenti alla guerra e alla politica. Difficile per altro, più che non fu, sarebbe riescito il compito degli svedesi, se seguitato avesse l’imperator Ferdinando il consiglio di Wallenstein di attrarre a sé gli alleati loro, mercé una completa amnistia. Ma l’iracondo monarca, il quale da un partito implacabile era dominato che non a pacificare i popoli ma a domarli anelava, così si diportò che la più parte de’ principi tedeschi, dopo alquante esitanze, più strettamente s’unì agli svedesi. Coi quali, ma più specialmente coi francesi e i sassoni loro alleati, il Wallenstein ridotto a mal partito dalla gotta, e desideroso di godersi con più quiete le accumulate ricchezze, aprì trattative di pace; trattative, che Schiller e Menzel dicono si proponesse far accettare anche colla forza dall’imperatore. E caldamente allora, secondo l’Antelmi scriveva, adoperavasi per la pace il duca di Savoia che a tal uopo mandò al campo di Wallenstein il marchese di Clavesana. Mailàth notò pur esso un gran cangiamento avvenuto nel Wallenstein; come specialmente apparve dalle rivelazioni di Arnheim generale de’ sassoni ad Oxenstierna, sul colloquio avuto con lui; nel quale il suo desiderio esprimeva di vendicarsi dei torti ricevuti dall’imperatore, e di andare da nemico a Vienna, mentre muoverebbe altro generale contro la Baviera e gli spagnoli. Ma Oxenstierna sospettoso d’insidia esitò: e Wallenstein in-