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retto, che è nell’archivio di stato fra le carte dei Montecuccoli, ed è inedita, come avvisò già il Tiraboschi. Il maschio stile della medesima e i generosi sentimenti che l’informano la mostrano invero opera di un soldato conscio della gloria imperitura che trattando le armi può un ingegno privilegiato conseguire, e insieme della caducità di ogni umana cosa; verità che s’impara più che altrove sui campi di battaglia, dove baldanzosa gioventù poc’anzi per atti di valore ammirata, giace, o moribonda o spenta, sul nudo terreno. Notabile poi questa poesia di un giovane di 23 anni, che altre cura avean distratto dal culto delle Muse; e indirizzata a Fulvio Testi, stato con Raimondo in relazioni di amicizia; dappoiché specialmente in discreta misura vi si ritrovino quei giuochi di parole e quelle antitesi che erano così care ai poeti di quel tempo, e che nelle lodi di un tanto eroe largo campo trovato avrebbero per far pompa di quell’orpello che al giudicio corrotto dei più pareva moneta del miglior conio . Anche del Graziani lodato poeta del suo tempo, e che tenne più tardi alla corte di Modena il luogo occupato allora da Fulvio Testi, ci rimane un sonetto sulla morte di Gustavo Adolfo. Terremo anche ricordo a questo luogo dell’intervento alla battaglia pur ora menzionata de’ principi estensi Borso e Foresto zii del duca di Modena, i quali, secondo una narrazione manoscritta nell’archivio estense intitolata Successi della guerra di Allemagna et ationi eroiche del principe Borso d’Este, “furono dei più avvanzati e ne uscirono con molta gloria e nessun danno” . A Borso, come scrisse il Muratori, fu dato l’incarico di riferire all’imperatore in Vienna l’esito della battaglia. E quando i due principi vennero nel precedente ottobre in Germania, incontrati furono lungo la via per ordine dell’imperatore dal conte Girolamo Montecuccoli, che poscia all’udienza di lui li introdusse; ed erano peculiarmente dal duca e dal Testi raccomandati al generale Ernesto, che ad essi procacciò