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menti di cavalli ai quali si dovette se fino dal principio non furono gl’imperiali sconfitti. E ancora si sa essere stato Raimondo in quella battaglia lievemente ferito. Vivissima impressione poi avranno fatto senz’altro sull’animo di lui gli eventi di quella memorabile giornata e la morte di Gustavo Adolfo, pel quale dicevamo credere che concepito avesse grandissima ammirazione. Ecco in fatti ciò che al duca di Modena scriveva egli poco di poi: “La gloria, il valore, la prodezza del re de’ Svedi, il quale fece tremare i maggiori signori della Terra giacque in un punto, non lasciando altro di sé che un buon nome d’esser morto da valoroso soldato. La sua caduta non fu per altro senza gran rovina dell’armata di S. M. I., perché tutti gli ufficiali maggiori restarono o morti o feriti, e la maggior parte de’ soldati disfatta”. Nell’opuscolo Delle Battaglie lo loda poi come oratore potente, che infiammava colle parlate al momento della pugna l’animo de’ suoi soldati, a differenza di Tilly, che poco esperto della lingua tedesca (essendo vallone) faceva parlare ai soldati da un commissario delle battaglie che gli stava al fianco a cavallo. Ernesto altresì ebbe a manifestare la sua ammirazione per Gustavo Adolfo ch’ei disse “gran capitano, maturo, diligente, che dalla sua setta era tenuto per santo”. Il diplomatico Bolognesi molto lodò e molto biasimò, a seconda delle circostanze, l’eroe svedese, e lasciò anche scritto aver esso divisato di farsi coronare imperatore a Francfort, e di andare anche, più tardi, a Roma: gran capitano del rimanente, secondo egli scriveva, giusto, diligente, puntuale nel pagare mensilmente i soldati, “mentre il nostro esercito (l’imperiale) si dissipa non avendo da mangiare, e si è sempre in pericolo di ammutinamento”. Il Priorato lodandolo di valore e di bellezza, diceva: “il crine e la barba bionda lo rendevano così risplendente che molti lo chiamavano il re d’oro”, e così appunto veniva, come già notammo, dal popolo nominato.
Accennavamo più addietro come un canto poetico venisse da Raimondo composto sulla morte di Gustavo Adolfo. E a lui infatti pertiene senz’altro la poesia che da noi verrà riprodotta nell’Appendice, copiandola dal manoscritto, invero scor-