gnità divine per loro stessi. Quei, che hanno seminato gli studij della Medicina, ancor essi hanno havuta buona messe, ma non però da paragonarsi con l’uberrima delle Leggi, perche solo ha dato dodici per uno. Gli agricoltori della Poesia, nella Primavera dell’età loro, hanno veduti i campi far bellissima mostra, & con molta ragione ne speravano ricchissima raccolta, ma quando nel principio di Giugno venne il tempo del granire, gl’infelici videro i sudori, e le fatiche loro risolversi tutte in frondi, e in fiori; di maniera tale che i miseri Poeti havendo sudato indarno, si trovano tutti spelati, senza haver che mangiare. Ond’è, che simil sorte d’Agricoltura, come mercatantia più bella, che utile, si va tralasciando. Poche biade di lettere Greche sono state seminate, come quelle, ch’in questi tempi non hanno spaccio; il che forse accade, perche il pane, che si fa di così fatto grano, ancorche già sia stato il vitto quotidiano di una numerosissima natione, par nondimeno, che à gli stomacucci degl’ingegni deboli moderni, riesca di dura digestione: quindi è, che alcuni più accappati Letterati, ne’ loro giardini, solo ne hanno seminato quanto basta per uso di casa, e più per non parer ignoranti, che per mostrarsi dotti: & affine di conservar il seme, non per farne mercatantia. Delle lettere Hebraiche quasi affatto si è perduta la semenza, perche non più essendo in uso, rarissimi ne seminano, e certo con grave vergogna pubblica, che da gli huomini non sia ambita quella lingua, con laquale havendo parlato Iddio, le ha data tanta riputatione. Gli agricoltori della Filosofia vihanno fino perduto il seme, e però il mondo va abbandonando simil sorte di mercatantia, come