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28 RAGGUAGLI

esser esaltata, era il vedere, che il tremendo tribunale de’ Capi de’ Dieci, & il supremo Magistrato de gli Inquisitori di Stato, con tre sole palle di tela, con facilità incredibile seppellivano vivo qual si voglia Cesare, qual si sia Pompeo, che vedevano scoprirsi in quella ben ordinata Republica.

Non così tosto hebbe l’Atanagi detto il parer suo, che Girolamo Mercuriale soggiunse, che mentre egli si trovava in Padova nella sua carica di leggere in quelle famose Scuole Medicina, seppe, che alcuni Plebei, conforme al costume loro, essendo in Vinegia andati al lito del Mare, per ivi sollazzarsi con alcune giovani Cortigiane, che con esso loro havevano menate, da più giovani Nobili Venetiani talmente furono strapazzati, che havendo quelli posto mano alle armi, uno ne uccissero, e gli altri maltrattarono, per lo qual delitto da’ Giudici essendo stati chiamati alle scale, quei plebei, ancor che vedessero i Giudicij tutti in mano della Nobiltà offesa, tanto non di meno sperarono nella rettitudine del Senato, nella esquisitissima Giustitia de’ Tribunali Criminali, che non dubitarono di comparir avanti i Giudici, e porsi prigioni, e che punto della buona opinione loro non si ingannarono, perche nelle difese loro havendo i Giudici pienamente conosciute le molestie date loro da quei Nobili, con eterna gloria dell’incorrotta Giustitia Venetiana gli assolsero come innocenti. E che portento non più veduto, e che da quei, che non lo praticavano, non poteva credersi era, che il Nobile, ancorche potente per parentado, grande per ricchezze conspicue, e per gli honori ricevuti nella Republica di somma autorità, nel piatire più duro avversario provasse il Cit-


tadino,